Cronaca

Rissa Casapound-Dordoni la moglie di Emilio: 'Mio marito non ricorda nulla'

“Mio marito è stato 15 giorni in coma farmacologico e in seguito a quei fatti è stato riconosciuto invalido al 46%. Ha problemi alla vista e all’udito dalla parte destra e ha la memoria a breve termine”. A parlare, in aula, nel processo sulla rissa scoppiata il 18 gennaio del 2015 tra gli esponenti di Casapound e gli antagonisti del centro sociale Dordoni, è Enrica, la moglie di Emilio Visigalli, l’esponente del Dordoni rimasto ferito in modo molto grave proprio in seguito a quell’aggressione avvenuta sul piazzale del Foro Boario dopo il match Cremonese Mantova. Chi lo colpì?. “Di quanto accaduto non ricorda nulla”, ha detto oggi la moglie.

In una delle precedenti udienze del processo, a sorpresa, una testimone aveva dichiarato che a colpire Emilio a sprangate era stata una persona appartenente allo stesso centro sociale e non un esponente di Casapound, mentre il 12 febbraio scorso, durante l’esame degli imputati, Gianluca Rossi, del Dordoni, l’unico a sostenere di aver visto la scena del ferimento, aveva puntato il dito contro Guido Vito Taietti, appartenente a Casapound. Sarebbe stato lui, con il manico di piccone imbracciato da Emilio, a sferrargli il primo colpo sulla fronte. Visigalli si era poi accasciato a terra ed era stato preso a calci da “quattro o cinque persone”, aveva riferito Rossi, che però né lui né gli altri erano stati in grado di identificare.

Oggi, oltre alla moglie di Visigalli, teste della difesa, è stato sentito anche Andrea Romagnoli, del Dordoni, il volontario dei vigili del fuoco che durante il parapiglia aveva azionato l’estintore “per creare un diversivo” e per permettere di soccorrere Emilio Visigalli, rimasto a terra inerme in mezzo tra i due schieramenti. Quando era scoppiata la rissa, Romagnoli si trovava all’interno del centro sociale. “Ho sentito del trambusto”, ha raccontato, “e ho visto che Emilio era a terra, così ho preso l’estintore per permettere di portarlo via. Ho visto una carica di persone verso la fine di via Mantova”. Nemmeno Romagnoli era riuscito a vedere chi aveva colpito o stava colpendo Visigalli. “Mi ricordo delle gran scarpe che arrivavano addosso al corpo di Emilio che cercavo di recuperare”.

Nel processo sono 17 le persone accusate di rissa aggravata, due di loro anche di tentato omicidio e tre pure di lesioni gravi. Per Casapound, la rissa era partita da un ‘agguato’ da parte del Dordoni. Di ‘provocazione’, invece, hanno sempre parlato gli aderenti al centro sociale che temevano un attacco dei rivali. Secondo la ricostruzione dell’accusa, rappresentata dal pm Lisa Saccaro, l’esponente del Dordoni Emilio Visigalli, insieme ai compagni Michele Arena e Alberto Birzi, avrebbero premeditato l’aggressione, organizzando un raduno sul piazzale e armandosi preventivamente di mazze. Mazze portate al Dordoni dagli otto autonomi imputati. Tutto a causa dell’affissione di alcuni adesivi con il logo di Casapound sul portone del Dordoni.

Con l’esame di Romagnoli e della moglie di Visigalli (i giudici hanno acquisito i verbali degli interrogatori di Filippo Esposti, Andrea Visigalli, Emilio Visigalli, Alberto Birzi, Rubens Rubini e Michael Gorini), l’istruttoria dibattimentale è chiusa. L’11 giugno cominceranno le conclusioni delle parti.

Chi sono gli imputati:

Per il Dordoni, sono a processo Emilio Visigalli, Jonathan Carnesella, Andrea Romagnoli, Filippo Esposti, Gianluca Rossi, Michele Arena e Alberto Birzi.

Per CasaPound, Gianluca Galli, Guido Vito Taietti, Matteo Bassanetti, Michael Gorini, Andrea Visigalli, Rubens Rubini, Lorenzo Ranelli, Riccardo Scandolara, Alessandro Piacentini e Stefano Zaffanella.

Le accuse e le parti civili:

Due dei militanti di CasaPound, Gianluca Galli e Guido Vito Taietti, devono anche rispondere di tentato omicidio nei confronti di Emilio Visigalli, che a sua volta, insieme ad altri due del Dordoni, Arena e Birzi, è accusato di lesioni gravi nei confronti di Galli. Visigalli si è costituito parte civile contro Taietti e Galli, mentre Galli a sua volta si è costituito parte civile nei confronti di Visigalli, Arena e Birzi. Parte civile anche la figlia 24enne di Emilio Visigalli che a livello emotivo avrebbe particolarmente risentito degli avvenimenti che hanno visto coinvolto il padre.

Gli imputati del Dordoni sono difesi dagli avvocati Sergio Pezzucchi, Gian Pietro e Monica Gennari, mentre quelli di CasaPound dai legali Cristiana Speroni, Giuseppe Guarneri, Marcello Lattari, Giovanni Benedini e Vanessa Bonaiti.

Sara Pizzorni

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