Violenza sessuale su minore, 51enne sotto accusa. Nel racconto, le minacce subite
In un’occasione l’avrebbe palpeggiata e baciata in auto, mentre in un’altra le avrebbe messo una mano su un gluteo quando era ancora minorenne. Un 51enne residente nel cremonese è finito a processo per violenza sessuale, e contro di lui, oltre alla vittima, oggi 22enne, si sono costituite parte civile anche la sorella 25enne e la madre. Oltre alla contestata violenza ai danni della minore, l’imputato avrebbe pedinato le due sorelle e minacciato anche la sorella maggiore che in aula ha parlato di una trentina di episodi accaduti tra il 2015 e il 2019 tra pedinamenti, appostamenti, inseguimenti in auto e minacce. “Ho riconosciuto la sua auto sotto casa nostra una quindicina di volte”, ha detto la sorella maggiore. E poi le tante aggressioni verbali: ‘Vi brucio nella vostra macchina’, ‘Vi brucio nella vostra villa’, ‘Dovete morire’. “Gli ultimi mesi del 2019”, ha ricordato la 25enne, “vedendo in auto me e mia sorella ci aveva mimato il gesto di spararci”.
All’inizio, con l’imputato, come hanno raccontato le due sorelle, era nata una bella amicizia. Lui abitava a pochi passi da loro, che si erano da poco trasferite nel cremonese. Poi era iniziato l’incubo. Un incubo scoppiato nel 2015, quando, dopo aver passato la serata tutti insieme in un bar, la vittima, all’epoca 17enne, si era confidata con la mamma e la sorella maggiore, raccontando due episodi accaduti l’anno prima. “Mia sorella era depressa, era infastidita e al bar sembrava molto impacciata”, ha raccontato la sorella maggiore. “Poi a casa, con tantissima sofferenza, ha raccontato di aver subito atteggiamenti gravi e di aver ricevuto particolari attenzioni da parte dell’imputato, dicendoci di essere stata baciata e palpeggiata in auto nei pressi della nostra abitazione. Aveva accettato un passaggio in auto quando ad un certo punto lui si era fermato e improvvisamente le aveva tenuto le braccia e l’aveva baciata sulla bocca in modo forzato. Poi era stata palpeggiata sul seno, ma era riuscita a scappare”. In aula, la sorella maggiore ha poi ricordato un altro episodio accaduto in un supermercato vicino a casa. “Mia sorella era lì a fare la spesa quando si era trovata l’imputato di spalle. ‘Sei un bel bocconcino’, le aveva detto, palpandola sui glutei”. La testimone ha raccontato che più volte l’imputato aveva proposto alla sorella di accettare passaggi da lui, di uscire insieme, di andare a pranzo e di andare a casa sua. “Mia sorella non ci aveva raccontato nulla fino a quel momento perchè forse non voleva far preoccupare me e mia madre, perchè si vergognava e anche perchè voleva dimenticare tutto. Era distrutta”.
Un altro episodio che è stato riferito in aula risale ad una sera di Natale: “Eravamo all’ospedale perchè mio nonno aveva avuto un problema di salute”, ha ricordato la 25enne. “Ad un certo punto mia sorella ha ricevuto sul suo telefono una foto che ritraeva l’imputato con i genitali in mano. Quando gli avevamo parlato tutte e tre, lui era stato evasivo, ha detto che mia sorella si era inventata tutto e che era paranoica. E poi era scappato via”.
Ad assistere la mamma e le due sorelle ci sono gli avvocati Massimiliano Corbari e Marco Bianucci, mentre l’imputato, che sarà sentito nell’udienza del prossimo 28 aprile, è difeso dall’avvocato Guido Corsini.
Sara Pizzorni