Incinta durante l'emergenza tra indifferenza e maleducazione: 'Ma ci sono stati anche tre eroi'
Chi sosteneva che l’esperienza – drammatica e terribile – del Covid ci avrebbe reso persone migliori, forse non si è mai trovata incinta in coda alla cassa di un qualsiasi esercizio commerciale. A riprova che le cattive abitudini, in questo caso anche maleducate, rimangono, c’è la testimonianza di una donna cremonese, Tatiana, in attesa, al nono mese di gravidanza, della terza figlia. Il percorso ovviamente “non è stato facile e sereno, vista l’emergenza sanitaria che ci ha travolto quest’anno”. Ma quello che ha colpito di più la donna è stata “la maleducazione e l’ignoranza di tanta, troppa gente”. “Sono sicura – racconta – che tutti avete fatto caso ai cartelli appesi in banca, posta, alle casse dei supermercati, sugli autobus e altrove che dicono di dare la precedenza alle donne in gravidanza. Bene, dico una cosa: il 90% delle persone fa finta di niente, ti guardano la pancia prominente e si girano altrove oppure si nascondono dietro il telefonino”.
Tatiana, in particolare, cita un episodio avvenuto negli scorsi giorni: “Non ho mai avuto il coraggio di passare davanti alla fila dicendo ‘scusi mi fa passare ho la precedenza’, anzi, spesso e volentieri mi toccava aspettare lunghi minuti in fila assieme agli altri. Di più: in un supermercato un signore mi ha chiesto addirittura se poteva passare davanti a me perché aveva solo tre cose da pagare e quando gli ho risposto ‘complimenti, ha il coraggio di passare davanti a una donna incinta?’, anche considerando che pure io avevo una borsina di cose mica un carrello enorme, mi ha guardato male come se non si aspettasse di ricevere una risposta del genere e ha cambiato cassa”.
“Quello che mi dà più fastidio – prosegue la futura mamma per la terza volta – è che se interviene qualcuno del negozio, una commessa per esempio, – e il fatto è che succede talmente raramente che merita di essere pubblicato sulle pagine di un giornale – e ti fa passare davanti con voce alta dicendo ‘fatela passare per favore, non vedete che ha la precedenza’, la gente sgrana gli occhi e dice: ‘Oh, non ho fatto caso’, oppure ‘Ah davvero? Non si vede’… certo, una pancia di 9 mesi non si vede”.
Non tutto, però, è nero: “Vorrei ringraziare, e se potessi dare una medaglia a tre persone (soltanto tre), che con vero senso di educazione e rispetto hanno avuto il buon senso di farmi saltare la fila e darmi questa ‘famosa’ precedenza di cui parlano un sacco di cartelli. La dott.ssa Chiara della farmacia Bonisoli, la commessa, di cui purtroppo non conosco il nome, del centro commerciale Italmark e la guardia giurata del supermercato Conad. A voi tre, i miei eroi di questi tempi dico un enorme grazie: grazie di non aver fatto finta di non vedermi, di non aver pensato ‘ma va beh si arrangia’, di aver capito che difficoltà di stare fuori in piedi, al sole e aspettare il proprio turno”. “Cerchiamo – conclude Tatiana – di essere più buoni, anche se non è Natale, ma davanti ad alcune situazioni – anziani, donne in gravidanza, un disabile – anche di fare un passo indietro e far passare avanti queste persone: a noi costa 5 minuti, ma per loro questi minuti pesano molto di più e possono cambiare la vita o almeno renderla più semplice”.