A Cremona si studiano i segni lasciati dal Covid: follow up su 300 pazienti
Sono 300 i pazienti richiamati dall’Ospedale di Cremona per un follow up dopo aver contratto il Coronavirus, al fine di seguire il decorso post Covid. Lo annuncia l’Huffington Post, in un servizio in cui racconta di uno progetto, condotto dalla dottoressa Patrizia Ruggeri, partito lo scorso 11 maggio, avviato dalla consapevolezza che i pazienti avevano la necessità di essere seguiti. Perché la negativizzazione del tampone, rivela il quotidiano, non sempre è coincisa con una guarigione del paziente. Molti sono infatti gli strascichi: affanno, disturbi del sonno, perdita dei capelli, difficoltà a camminare, e via di seguito.
I pazienti cremonesi, dove si sono ammalate 2 persone su 100, andranno quindi studiati, come ha riferito al giornale il dottor Rosario Canino, direttore sanitario dell’Asst Cremona, per capire se il loro tessuto polmonare danneggiato tornerà normale o se si configura una fibrosi polmonare.
Tra i pazienti, illustra l’Huffington Post, ve ne sono alcuni le cui vicende sono state emblematiche, nel raccontare quanto pesanti sono gli strascichi di questo virus. Come Giacomo Mancini, 58 anni, che ha trascorso tre mesi in terapia intensiva e ha perso 30 chili. Il virus lo ha prostrato seriamente, tanto che oggi deve usare le stampelle per camminare e ogni cosa gli costa una grande fatica. Il Covid gli ha ridotto il 25 per cento della capacità polmonare. Insomma, una guarigione apparente ma non reale, perché il virus lascia delle cicatrici profonde.
O ancora, c’è la storia di Don Franz, sacerdote cremonese colpito duramente dal virus, che ancora oggi si muove con le stampelle e non ha recuperato il senso del gusto e dell’olfatto, fatica a vestirsi da solo e non è ancora riuscito a tornare tra i suoi fedeli.
Oppure la vicenda di Fausto Tabaglio, sempre intervistato dall’Huffington Post, ricoverato il 16 marzo per polmonite bilaterale dovuta a covid, che per 100 giorni non ha più visto la moglie. Ha rischiato grosso, durante il suo ricovero, ha lottato tra la vita e la morte, ma ce l’ha fatta, anche se gli strascichi fisici e psicologici sono incredibili.