Lettere

Passato il referendum si pensi
subito a nuova legge elettorale
(uninominale maggioritario)

da Sergio Ravelli, consigliere generale del Partito Radicale

“Ce n’est qu’un début, continuons le combat”. Per comprendere appieno l’importanza del voto referendario di oggi dobbiamo riflettere su due dati di partenza: 1- il taglio dei parlamentari, promosso e proclamato dal M5S come un taglio alla Casta, è stato votato in Parlamento dalla Casta al 97%. Quindi i contrari al taglio hanno iniziato la loro campagna referendaria partendo da una base del 3%; 2- l’unico sondaggio sul referendum, reso pubblico una ventina giorni fa, aveva evidenziato che soltanto il 30% dei cittadini era a conoscenza della tenuta del referendum e del merito dello stesso.
Via via che si svolgeva la campagna referendaria il fronte del No si è inaspettatamente rafforzato ed allargato. Merito delle molte dichiarazioni pubbliche di personalità appartenenti a tutti i partiti, sia di centrodestra che di centrosinistra, e delle centinaia di costituzionalisti per il No. Merito anche di alcune testate giornalistiche che hanno deciso di aprire un confronto fra le ragioni del Si e quelle del No. E’ bastata un po’ di informazione in più per far aumentare la percentuale dei cittadini consapevoli della posta in gioco.

E’ rimasto purtroppo un grande buco nero. Chi non ha risposto adeguatamente alla necessità di informare i cittadini è stato proprio il cosiddetto servizio pubblico radiotelevisivo, vale a dire la Rai. Quella Rai occupata da sempre dalla Casta partitocratica ed oggi ben presidiata dalla Casta grillina. Infatti le tribune politiche con i faccia a faccia fra gli esponenti del Si e del No, previsti dalla Commissione parlamentare di vigilanza, sono stati confinati ad orari di bassissimo ascolto: nel primo pomeriggio e a tarda serata. Non solo, gran parte di queste tribune elettorali sono state disertate dai partiti. Addirittura il PD non si è mai presentato ai confronti.
Sono convinto che se ci fosse stata una vera campagna referendaria sulle reti televisive pubbliche e private (che ancora oggi, nonostante i social media, fanno la differenza) il No al taglio dei parlamentari avrebbe sicuramente prevalso. In ogni caso, il 31-32% di No rappresentano un dato importante.

Un risultato che deve costituire la base di partenza per una forte iniziativa politica che faccia leva su due obiettivi precisi: fermare il progetto eversivo del M5S che, attraverso il vincolo di mandato e il referendum propositivo, mira alla trasformazione della democrazia rappresentativa in democrazia fintamente diretta, in quanto eterodiretta dalla piattaforma Rousseau; una nuova legge elettorale uninominale-maggioritaria. Solo il collegio elettorale uninominale costringe le forze politiche a selezionare i candidati migliori e consente ai cittadini di scegliersi i propri parlamentari. E, allo stesso tempo, garantisce un Parlamento forte e un Governo stabile.
Ce n’est qu’un début, continuons le combat.

 

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