Andrea Illy: “Onorato da premio Leonardo, faro su impresa sostenibile”
“Sono onorato di ricevere questo importantissimo riconoscimento che mi gratifica e mi incoraggia a coltivare ancora di più il sogno di una società attenta al benessere delle persone e alla salvaguardia dell’ambiente. Il bello, buono e ben fatto che contraddistinguono l’eccellenza del Made in Italy, infatti, non può prescindere dalla costruzione di un modello di impresa sostenibile, in grado di generare valore nel presente e di preservarlo per le generazioni future”. Così Andrea Illy, Presidente di illycaffè, ricevendo il Premio Leonardo 2019 che ogni anno viene assegnato, in base alla valutazione di un’ampia e qualificata Giuria, a una personalità italiana o straniera che abbia concorso in modo significativo ad affermare e promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo.
“Tramite il nostro lavoro alla illycaffè mi impegnerò ancora più di prima per contribuire a promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo” commenta ancora l’imprenditore” in occasione della premiazione avvenuta oggi a Palazzo Barberini alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Da sempre Illy ha focalizzato il suo impegno lungo due direttrici: la sostenibilità come cultura d’impresa e a favore del settore del caffè e dell’agricoltura; il Made in Italy come simbolo di eccellenza per aumentarne la competitività. Andrea Illy è stato premiato come imprenditore poiché convinto sostenitore della stakeholder company e della responsabilità d’impresa nella costruzione di una società migliore.
“Chimico umanista”, come viene spesso definito, ha guidato l’internazionalizzazione della illycaffè, innovandone i processi, la cultura e la ricerca della qualità. Oggi illy è una marca riconosciuta globalmente per la sua qualità sostenibile e per il sostegno costante al mondo della cultura e dell’arte contemporanea, che ha reso accessibile a tutti grazie alla realizzazione delle iconiche tazzine illy Art Collection.
Andrea Illy ritiene che la felicità sia un prerequisito per qualsiasi transizione verso un modello socio-economico più sostenibile e rigenerativo, tanto che nel 2019, quando illycaffè ha adottato lo status di Società Benefit, ha istituzionalizzato questo impegno. Insieme alla Fondazione Ernesto Illy, di cui è uno dei fondatori, e grazie a importanti partnership pubblico-private con istituzioni internazionali e locali, sostiene numerosi progetti per lo sviluppo delle comunità del caffè e la creazione di filiere sostenibili nei Paesi produttori. Queste attività sono la realizzazione concreta della filosofia e strategia della illycaffè che, nel 2021, è stata la prima azienda italiana del caffè a ottenere la certificazione B-Corp.
Studioso ed esperto di cambiamento climatico da decenni, dal 2018 Andrea Illy è impegnato nello sviluppo di un modello di ‘agricoltura virtuosa’ che, tramite l’arricchimento del suolo con materia organica, sequestra carbonio dall’atmosfera e genera prodotti benefici per la salute.
“Siamo un paese con una storia, una bellezza e una cultura millenaria e il nostro ingegno riesce a tirare fuori soluzioni in ogni campo. Possiamo essere dei grandi leader di questa transizione verso una società decisamente più sostenibile – ha continuato Illy – La sostenibilità per noi è una passione, dall’epoca del fondatore di Illy, mio nonno Francesco, e la coltiviamo perché il prodotto del caffè viene dalla natura. Siamo tutti figli della natura, non dobbiamo dimenticarlo. Il 50% del Pil mondiale discende dalla natura e dovremmo operare in modo più rispettoso”.
L’agricoltura, rileva, “è oggi responsabile del 28% delle emissioni di gas serra mentre questo dato potrebbe essere negativo cambiando il modo di fare agricoltura. Questo è il nostro grande impegno, perché la sostenibilità e la qualità sono due facce della stessa medaglia. La transizione ecologica è un imperativo e se noi non decarbonizziamo il nostro pianeta ci priveremmo delle condizioni necessarie alla sopravvivenza della nostra specie. Al tempo stesso è anche una grande opportunità perché transizione ecologica significa da un lato transizione energetica e dall’altro recupero di ecosistemi che sono stati danneggiati dalla storia passata. Si tratta del cosiddetto capitale naturale, visto che è da lì che estraiamo il cibo. Quindi potremmo parlare di transizione agroecologica da affiancare a quella energetica. Siamo impegnati in questa prospettiva e anche il governo, con una visione sistemica, comprende tutti i nodi di questo processo e li sta affrontando con efficacia”.