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Ucraina, Guzzetta: “Petrocelli? A certe condizioni potrebbe essere rimosso”

(Adnkronos) – Vito Petrocelli, grillino presidente della commissione Esteri del Senato che, dopo aver disertato il discorso di Zelensky, ha twittato ‘fuori da questo governo interventista’, ma che non intende lasciare la presidenza’ “a certe condizioni più o meno indirettamente potrebbe essere rimosso” ma “lo strumento non può essere la sopravvenuta sfiducia della commissione”. Ne parla con l’Adnkronos il costituzionalista Giovanni Guzzetta, professore di diritto pubblico all’Università di Roma Tor Vergata.
 

Guzzetta guardando indietro ricorda che il problema si è già posto in passato e che vi sono almeno tre precedenti. “Il più tormentato è quello che riguardò, nel 2009, il Senatore Villari, Presidente della commissione bicamerale di vigilanza Rai che, pur avendo cambiato gruppo parlamentare, non volle dimettersi né dalla presidenza né dalla commissione. La vicenda – rammenta il costituzionalista – determinò le dimissioni della stragrande maggioranza della commissione, cui i gruppi parlamentari non fecero seguire nuove designazioni. Proprio in base a questo dato i presidenti delle Camere, sulla base di un parere delle Giunte per il regolamento, procedettero al rinnovamento integrale della commissione, sul presupposto della sua impossibilità di funzionare”. Poi ci sono gli altri due casi del 1991 e 1997 in cui “invece si procedette alla revoca di due componenti di commissione (Staiti di Cuddia e Diego Masi) da parte dei presidenti Nilde Jotti e Luciano Violante, perché i due componenti, avendo cambiato gruppo, determinarono un’alterazione delle proporzionalità nella composizione della Commissione”. 

In conclusione: “O il presidente Petrocelli è fuori dal Gruppo che lo ha indicato, cioè esce o viene espulso, e allora si potrebbe ipotizzare la revoca dalla commissione alla luce dei precedenti; oppure si deve dimettere gran parte della Commissione esteri il che determinerebbe l’impssibilita di funzionamento e la necessita di rinnovarla”.  

(di Roberta Lanzara) 

 

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