Economia

Siccità, è allarme rosso.
La stagione è in pericolo

Agricoltori e rappresentanze agricole temono, mai come in passato, la concreta possibilità di non potere avere acqua a sufficienza per portare a termine la campagna agraria 2022

I pochi giorni di pioggia dei giorni scorsi hanno dato una mano. In particolare, al mais seminato da poche settimane, alle colture orticole ed ai cereali già in fase avanzata di sviluppo. Ma l’acqua caduta dal cielo, una vera manna, non è certo stata sufficiente a rimpinguare adeguatamente falde, laghi e fiumi che avrebbe garantito una certa tranquillità agli agricoltori. La scarsità di precipitazioni di questi primi quattro mesi dell’anno desta profonde preoccupazioni per la campagna in corso. Agricoltori, rappresentanze agricole temono, mai come in passato, la concreta possibilità di non potere avere acqua a sufficienza per portare a termine la campagna agraria 2022.

L’acqua manca in tutte le sue forme e disponibilità. In forma nevosa sulle Alpi, e nei i laghi alpini che storicamente rappresentano insieme alle nevi sui monti la grande riserva idrica della pianura padana. Anche le falde in pianura sono in sofferenza.

Questa la situazione generale descritta in modo scientifico e con ricchezza di dati da parte degli Enti regolatori delle acque dei laghi alpini e dei fiumi che da questi scendono a valle e da cui si alimenta la fitta rete di canali irrigui che rifornisce di acqua per l’irrigazione le campagne della pianura lombarda. Nonostante le piogge e le nevicate degli scorsi giorni, non si è invertito il sempre più preoccupante andamento meteoclimatico di questo inizio d’anno con le falde ancora ben oltre sotto i livelli riscontrati lo scorso anno a pari periodo.

I dati che giungono dai bacini idrografici alpini che alimentano i principali laghi lombardi (Maggiore, Como, Iseo e Garda), vere e insostituibili riserve  idriche  delle campagna lombarde, attraverso i rispettivi emissari che alimentano la fitta rete irrigua lombarda sono estremamente preoccupanti. L’accumulo nevoso arriva anche ad essere inferiore di oltre l’80% rispetto alle media degli anni precedenti.

Gli esperti segnalano che combinando gli indici dell’ipotetica scala di allarme derivanti da accumulo nevoso, invasi lacuali e falda, si ottiene un fattore di criticità di 15 su un massimo di 15. Solo piogge costanti e reiterate da qui ad agosto potranno garantire una stagione irrigua e una produzione agricola che si preannunciano quanto mai complicate.

A fronte di questa gravissima situazione che ha portato ad iniziare a stoccare acqua negli invasi regolati, accertate la sussistenza delle condizioni e dei requisiti necessari, i principali Enti gestori dei laghi hanno chiesto a Regione Lombardia la riduzione del Deflusso Minimo Vitale (DMV) da rilasciare nei fiumi.  La Giunta lombarda con delibera del 13 aprile scorso ha avviato la fase di deroga al DMV.

Decisione accolta con grande favore da parte dei Consorzi di Bonifica ed irrigazione perché con essa si riconosce di fatto la centralità del settore agricolo nel panorama economico e produttivo della regione e, ancora, l’esigenza di sostenere il settore e irriguo in una fase così delicata e del tutto nuova. Ma soddisfazione anche perché Regione Lombardia ha ritenuto opportuno gestire questa procedura attraverso i Consorzi di Regolazione che, in qualità di gestori degli invasi e degli emissari, hanno il compito di ripartire equamente la risorsa disponibile e quindi la possibilità unica di garantire in modo efficace il rispetto del rilascio del DMV alla sezione di chiusura del tratto di competenza.

Al momento la situazione è questa. Gli Enti preposti alla gestione delle acque dei laghi alpini sono in allarme da tempo, e non solo per gli aspetti irrigui. La risorsa idrica, in particolare quella di derivazione dai laghi, è oggetto di molti utilizzi e questo rappresenta un motivo in più di preoccupazione per gli agricoltori della bassa pianura lombarda che sono, in ordine di deflusso, quelli posti più a valle e più lontani. E questo, nonostante la priorità assegnata all’agricoltura, rispetto ad altri utilizzi, già in un passato piuttosto recente ha creato non pochi problemi.  A meno che non si verifichi un diretto, prolungato e ben distribuito intervento… dal cielo.

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