"Quella provocazione dice Luca Burgazzi - l’ho trovata sbagliata e assolutamente fuori luogo, portata avanti da persone in contrasto con l’organizzazione del Pride stesso, rispetto alla piazza che portava invece messaggi di inclusione e di festa. Ma in questi anni abbiamo visto brandire rosari nei comizi politici, baciare santini in favore di telecamera e invocare l’intercessione dei santi per un risultato elettorale"

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Cronaca

Pd e sinistra difendono Comune e
Pride: "Episodio isolato e sciocco"

"Sappiamo per certo - afferma Lapo Pasquetti - che chi ha portato in giro la statua della Madonna non è riconducibile al Pride e lo ha fatto inserendosi a volto mascherato nel corteo per veicolare messaggi del tutto estranei alla finalità dell'iniziativa sfruttando il richiamo mediatico del Pride.
"Quella provocazione dice Luca Burgazzi - l’ho trovata sbagliata e assolutamente fuori luogo, portata avanti da persone in contrasto con l’organizzazione del Pride stesso, rispetto alla piazza che portava invece messaggi di inclusione e di festa. Ma in questi anni abbiamo visto brandire rosari nei comizi politici, baciare santini in favore di telecamera e invocare l’intercessione dei santi per un risultato elettorale"

Continuano anche oggi le prese di posizione politiche a seguito della provocazione blasfema avvenuta sabato scorso durante il Pride di Cremona, con il manichino addobbato in modo da ricordare la Madonna, fatto sfilare da alcuni all’interno del corteo. Proprio quello che ci voleva per scatenare la reazione della destra (da ultimo si è espresso Matteo Salvini) e la risposta dei partiti che a Cremona hanno appoggiato il patrocinio dato dal Comune alla manifestazione.

“I simboli religiosi, proprio perché tali, dovrebbero essere lasciati da parte in ogni circostanza. In questi anni abbiamo visto brandire rosari nei comizi politici, baciare santini in favore di telecamera e invocare l’intercessione dei santi per un risultato elettorale”, afferma Luca Burgazzi, assessore alla Cultura del Comune, tra i primissimi sostenitori del CremonaPride, che già durante il corteo di sabato aveva stigmatizzato quel fantoccio portato a spalla da soggetti che nulla avevano a che fare con gli organizzatori dell’iniziativa.
“Non ho mai nascosto la mia fede – continua – così come anche il fatto di continuare a sostenere in ogni azione politica, piccola o grande che sia, la rivendicazione di diritti per tutti.
Quella provocazione quindi l’ho trovata sbagliata e assolutamente fuori luogo, (per altro portata avanti da persone in contrasto con l’organizzazione del Pride stesso) rispetto alla piazza che portava invece messaggi di inclusione e di festa. Oggi si sprecano le tifoserie varie, ma il tema dei diritti è ancora cruciale in questo Paese e di questo è bene continuare a parlarne e confrontarsi, nel rispetto reciproco di tutti”.

“A fronte – scrive oggi il capogruppo di Sinistra per Cremona Lapo Pasquetti – delle polemiche sollevate da una parte della minoranza in Consiglio Comunale sulla bellissima e partecipatissima manifestazione del Cremona Pride del 4 giugno, rispondiamo per fare chiarezza sui fatti e per esprimere la nostra posizione.

Siamo assolutamente orgogliosi che l’amministrazione comunale di Cremona abbia patrocinato il Cremona Pride.

Sappiamo per certo che chi ha portato in giro la statua della Madonna non è riconducibile al Pride e lo ha fatto inserendosi a volto mascherato nel corteo per veicolare messaggi del tutto estranei alla finalità dell’iniziativa sfruttando il richiamo mediatico del Pride.

Peraltro vogliamo ricordare che il Cremona Pride non si riduce alla manifestazione di sabato 4 giugno, evento conclusivo di festa, ma ha visto nel corso di più di un mese la realizzazione di eventi pubblici di spessore culturale tra incontri, dibattiti, presentazione di libri, rappresentazioni teatrali e proiezioni cinematografiche.

La presenza di oltre 2 mila persone alla parata del 4 giugno, pacifica colorata e festosa e soprattutto rispettosa delle sensibilità altrui, è certamente un segnale importante di larga condivisione della cittadinanza del messaggio del Pride, contro ogni forma di  violenza e di discriminazione sul pregiudizio basato sull’orientamento sessuale di ogni individuo.

Appare del tutto evidente che qualcuno tenti oggi di offuscare  il successo del primo Pride di Cremona accendendo i riflettori sul comportamento di qualche sciocco opportunista che nulla ha a che fare con il Pride e con gli organizzatori, per motivazioni esclusivamente di polemica politica.

Nessuna responsabilità per i comportamenti irresponsabili di pochi disturbatori può essere additata al Sindaco o all’amministrazione, che hanno, assieme alle forze dell’ordine, consentito lo svolgimento dell’imponente corteo in tutta sicurezza.

Del tutto fuori luogo e pretestuosa appare quindi la richiesta di revoca del patrocinio concesso all’associazione Cremona Pride.

Ci auguriamo invece, che Cremona e la sua amministrazione possa anche in futuro dimostrarsi aperta, inclusiva e sensibile alla lotta contro ogni discriminazione”.

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