Crisi governo, Draghi domani in Senato alle 9.30
(Adnkronos) – Mario Draghi si recherà in Senato domani mattina alle 9.30 per le sue comunicazioni con voto, riferendo sulla crisi di governo. E’ quanto avrebbe deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. Il premier, inoltre, depositerà il testo del discorso alla Camera prima dell’inizio del dibattito a Palazzo Madama. L’eventuale voto, dopo le comunicazioni del premier, e la replica successiva alla discussione in Aula, potrebbe avvenire intorno alle 19.
A Palazzo Madama la seduta sarà sospesa in mattinata, dopo l’intervento di Draghi, per permettere al premier di consegnare il testo del suo intervento alla Camera. Al rientro del premier in Senato, in tarda mattinata, verosimilmente intorno alle 11, l’Aula inizierà la discussione, prevista per 5 ore, e poi lascerà nuovamente spazio al premier Draghi per la replica. Nell’ipotesi di arrivare a votare le comunicazioni di Draghi, si prevede di concludere per le 18.30 le dichiarazioni di voto, con i senatori alla chiama per la fiducia sulle risoluzioni da quel momento.
Questa mattina il presidente del Consiglio è stato al Quirinale per un incontro con il capo dello Stato Sergio Mattarella. Un faccia a faccia, si apprende, che “rientra nelle consuete interlocuzioni, tanto più in fasi delicate come l’attuale, e all’indomani del viaggio in Algeria”.
Colloquio anche con Enrico Letta a palazzo Chigi. L’incontro di stamattina a palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi ed Enrico Letta, sottolineano fonti di Palazzo Chigi, è avvenuto a seguito di una richiesta del segretario del Pd.
E’ stato il ‘Foglio’ ad ‘avvistare’ il segretario del Pd dalle parti di Montecitorio poco dopo delle 10, dopo aver lasciato palazzo Chigi e dove si sarebbe fermato per circa un’ora. Sul contenuto dell’incontro nulla è trapelato in via ufficiale, con il Nazareno che per primo ha fatto calare il silenzio perché “non è il momento dei boatos”. E’ difficile, però, che il segretario del Pd non abbia ribadito al premier la linea che i dem stanno tenendo sulla crisi: “Noi continuiamo a lavorare da 5 giorni a questa parte con la stessa intenzione, garantire che questo governo possa andare avanti. Lavoriamo per questo e continuiamo anche nelle prossime ore”, come ha detto la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi ad Agorà proprio mentre Letta vedeva Draghi.
Sul fatto che Draghi abbia visto il segretario Letta e non i leader degli altri partiti della maggioranza, dopo che, peraltro, era stata chiesta una verifica politica, è stato espresso sconcerto da parte del centrodestra, riunitosi oggi a Villa Grande sull’Appia da Silvio Berlusconi per fare il punto sulla crisi di governo. Nella residenza romana del Cavaliere presenti Matteo Salvini, i centristi, Lorenzo Cesa (Udc) e Maurizio Lupi (Noi con l’Italia’). Con Salvini i capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
“Il premier non può gestire una crisi così complessa confrontandosi solo con il campo largo di Pd e 5 Stelle, a maggior ragione dopo una crisi causata dallo strappo di Giuseppe Conte e dalle provocazioni del Partito democratico”, riferiscono fonti del centrodestra di governo mentre è ancora in corso il vertice tra Fi Lega e Udc-Ndc a ‘Villa Grande’.
Intanto si conferma grande compattezza nella Lega: il partito è indisponibile a proseguire il lavoro “con gli inaffidabili 5Stelle e senza chiarezza”. L’auspicio è garantire all’Italia soluzioni all’altezza, evitando che provocazioni, liti e figure inadatte blocchino il Paese. Dal confronto di ieri sera con i gruppi parlamentari, era emersa grande insoddisfazione nei confronti dei ministri Luciana Lamorgese e Roberto Speranza considerati “inadatti a proseguire”.
Intanto, all’interno del Movimento 5 Stelle, si consuma lo scontro tra Conte e i governisti, con il leader pentastellato che lancia un ultimatum: “Se qualcuno ritiene di non poter condividere un percorso così partecipato e condiviso faccia la propria scelta in piena libertà, in maniera chiara, subito e senza ambiguità”, ha detto l’ex premier chiudendo i lavori della lunghissima congiunta. Per quanto riguarda la crisi di governo, “adesso la decisione non spetta a noi ma al premier Draghi”. “Proseguire a tutti i costi nella responsabilità di governo senza chiarire l’agenda sociale all’interno del governo, sarebbe questo sì un atteggiamento irresponsabile”, ha detto Conte chiudendo ieri sera l’assemblea dei gruppi parlamentari. “Il paese è in una condizione davvero drammatica. Di fronte a questo, l’atteggiamento di responsabilità ci impone di chiedere al Presidente Draghi che le priorità da noi indicate vengano poste nell’agenda di governo”, ha detto. “Draghi deve valutare le condizioni e decidere il perimetro di questo percorso. La nostra linea è molto chiara e coerente” ha aggiunto.