Usa, Trump indagato da Fbi per spionaggio
(Adnkronos) – L’Fbi sta indagando sull’ex presidente americano Donald Trump per possibile spionaggio e ostruzione della giustizia. E’ quanto si legge nel mandato per la perquisizione di lunedì a Mar-a-Lago, la residenza privata di Trump. Il testo del mandato è stato reso noto oggi dal tribunale e ripreso dai media americani.
Il mandato di perquisizione della residenza dell’ex presidente è stato firmato dal giudice federale Bruce Reinhart venerdì 5 agosto ma gli agenti dell’Fbi hanno aspettato fino a lunedì per intervenire, si legge. Il giudice, in particolare, ha autorizzato gli agenti del Fbi a perquisire quello che viene chiamato ’45 Office’ e “tutte le altre stanze o aree” a Mar-a-Lago che erano a disposizione dell’ex presidente Trump e del suo staff per conservare scatole e documenti. Nel mandato la residenza di Trump è descritta come una villa con circa 58 camere da letto, 33 bagni, su una tenuta di 17 acri.
Le ricevute del mandato sono state firmate dall’ex avvocato del presidente Trump Christina Bobb che secondo quanto riferisce la Cnn si è lamentata del fatto che a lei e ad altri avvocati di Trump non è stato permesso assistere alla perquisizione.
Secondo quanto scrive il ‘Wall Street Journal’, citando l’inventario della perquisizione, nella residenza di Trump l’Fbi ha trovato 11 gruppi di documenti riservati. Alcuni dei documenti erano classificati ‘top secret’ e avrebbero dovuto quindi essere conservati in luoghi specifici. Ciò sembra confermare che l’ex presidente degli Stati Uniti aveva portato nella sua residenza privata documenti che richiedono particolari procedure di utilizzo e conservazione come quelli sulle armi nucleari, la cui de -classificazione può avvenire solo in seguito ad una specifica procedura formale. Fra i documenti riservati sequestrati ve ne erano anche sul “Presidente della Francia”.
“La questione nucleare è una truffa, come la Russia, la Russia è stato una truffa, come i due impeachment sono stati una truffa e l’inchiesta Mueller”, ha detto Trump, con un post pubblicato sul Truth Social, la piattaforma da lui creata dopo essere stato bandito da Twitter. “Sono coinvolte le stesse persone squallide: perché l’Fbi non ha permesso l’ispezione delle aree a Mar a Lago con i nostri avvocati presenti?”, aggiunge ancora l’ex presidente. “Li hanno costretti ad aspettare fuori nel caldo, non li hanno lasciati neanche avvicinare, hanno detto assolutamente no!”, ha scritto ancora Trump che poi ha suggerito che il vero obiettivo dell’Fbi fosse quello di “seminare prove” compromettenti contro di lui. “Mi ricorda la vicenda del dossier di Cristopher Steele”, afferma citando il dossier, stilato dall’ex agente dell’intelligence britannica durante la campagna elettorale del 2016, sui legami tra Trump ed i russi, che fu all’origine dell’inchiesta del Russiagate.
Trump ha poi accusato il suo predecessore Barack Obama di aver portato a Chicago 33 milioni di pagine di documenti riservati, ma gli archivi nazionali lo smentiscono. In una dichiarazione diffusa oggi, l’ex presidente americano ha affermato che i documenti requisiti dall’Fbi durante la perquisizione della sua residenza di Mar-a-lago erano tutti de-classificati e che le autorità li avrebbero potuti chiedere indietro in ogni momento. “Il grande – problema- ha aggiunto – è cosa faranno con i 33 milioni di pagine di documenti che il presidente Obama ha portato a Chicago”.
Ma gli archivi nazionali e registri dell’amministrazione (Nara) hanno smentito Trump, dichiarando di avere l’esclusiva custodia legale e fisica di tutti i documenti della presidenza Obama, come vuole la legge. Circa 30 milioni di pagine di documenti non classificati si trovano a Chicago, mentre tutti i documenti classificati sono a Washington.