Cronaca

Molinari non risponde al gip
Coinvolte anche scuole cremasche

Si è tenuto oggi in tribunale a Sondrio l’interrogatorio di Fabio Molinari, l’ex provveditore agli studi di Cremona, titolare dello stesso ufficio a Sondrio, finito nei guai per concussione, induzione indebita, peculato e turbata libertà degli incanti. Molinari, assistito dagli avvocati Stefano Di Pasquale e Sara Riva, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Il dirigente, che aveva lasciato il Provveditorato di Cremona nel luglio del 2021 dopo due anni di incarico, è ai domiciliari in provincia di Bergamo dopo l’arresto di martedì scorso da parte della guardia di finanza su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Antonio De Rosa su richiesta della procura di Sondrio.

L’inchiesta che ha scosso il mondo della scuola vede anche altri indagati. Da indiscrezioni sarebbe coinvolta almeno una decina di altri dirigenti, anche cremaschi, che per l’accusa avrebbero assecondato le richieste di Molinari. L’attività di indagine aveva preso il via in seguito a tre esposti presentati nei primi mesi di quest’anno su un presunto utilizzo illecito di fondi pubblici da parte del dirigente. In uno degli esposti si parla di finanziamenti ottenuti da due scuole cremasche. Ad essere citati sono Pietro Bececchi, preside del Crema Due, e Claudio Venturelli, dirigente del Racchetti-da Vinci. Contattati, entrambi hanno detto di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia e di non voler rilasciare alcuna dichiarazione.

Per quel che riguarda Crema, si parla di tre finanziamenti, due ottenuti dal Crema Due e uno dal Racchetti-da Vinci. Nel primo caso, si tratta di “contratti di prestazioni d’opera intellettuale progetto Celebrazione Dante Alighieri”, rispettivamente di 1.500 e 800 euro; nel secondo di una “borsa di tirocinio progetto Io Studente uomo e cittadino” del valore di 5mila euro. Su questi progetti e bandi, gli istituti, “su richiesta e iniziativa di Molinari, hanno condiviso fondi per progetti specifici i cui bandi vedono come vincitori sempre gli stessi soggetti”.

A Molinari sono contestate reiterate ingerenze nelle assunzioni del personale docente da parte dei presidi attraverso la cosiddetta “messa a disposizione”, e l’utilizzo di fondi pubblici per l’acquisto di beni per fini estranei a quelli istituzionali, o addirittura per saldare debiti per spese personali. Inoltre, rapporti con diversi giovani a cui avrebbe promesso e fatto attribuire in maniera illecita incarichi di docenza, borse di studio, stage e tirocini nelle scuole della provincia. Secondo le accuse, Molinari avrebbe fatto ottenere loro gli incarichi attraverso bandi predisposti ad hoc, per poi chiedere di versare parte di quanto guadagnato ad una associazione culturale a lui riferibile.

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