Qatar 2022, Infantino esagera: non sono i Mondiali migliori di sempre
(Adnkronos) – “Questo Mondiale ha mostrato una forza di coesione enorme: la Fifa ringrazia tutti coloro che sono stati coinvolti, il Qatar, i volontari: hanno reso questa edizione la migliore di sempre su tutti i fronti”. Gianni Infantino è il presidente della Fifa e parla, giustamente, da presidente della Fifa. Dice quello che pensa, evidentemente, ma esagera. C’è una lunga lista di motivi che rendono Qatar 2022 una delle edizioni dei Mondiali più controverse di sempre. Non la migliore e, soprattutto, non su tutti i fronti.
Chi ama il calcio e chi istintivamente ha difficoltà a pensare che un Mondiale possa o debba essere boicottato, non può fare finta di niente. Come invece fa Infantino quando dice: “Come Fifa dobbiamo prenderci cura di tutti. Non discriminiamo nessuno in base ai valori e ai sentimenti che ha. Si tratta solo di rispettare i regolamenti. Nel campo di gioco si gioca a calcio. Ed è quello che abbiamo fatto…”.
Non può esserci il calcio senza tutto quello che c’è dietro al calcio. Se gli stadi sono stati costruiti facendo morire persone è un problema anche per il calcio. Se non vengono rispettati i diritti umani, a partire dalle libertà individuali, è un problema anche del calcio.
Prendersi cura di tutti, e non discriminare nessuno, non può volere dire che va bene tutto. Il terreno è scivoloso e il Presidente della Fifa è caduto più volte, prima, durante e anche ora che i Mondiali stanno arrivando all’epilogo della finale. Le culture diverse sono un patrimonio, i valori e i sentimenti che cita Infantino anche. Ma il calcio deve essere un veicolo globale che si riconosce in regole, valori e diritti che non possono essere negoziati con nessuna realtà particolare, anche quella ricca e facoltosa del Qatar.
Non serve retorica ma una presa di posizione netta. Se volete i Mondiali in Qatar, o in qualche altro posto nel mondo, i Mondiali si giocano alle condizioni della Fifa, che dovrebbero essere le stesse ovunque, e non piegarsi, un compromesso alla volta, alla pressione e al ricatto di autorità locali che non praticano il rispetto delle diversità e dei diritti umani.
Il messaggio che passa, con le parole di Infantino, è: prima il calcio, e poi, forse, il resto. E non fa bene a nessuno. Non sono i Mondiali migliori di sempre e non potevano esserlo, e dire il contrario non rende giustizia né alla realtà né alla Fifa e al calcio. (di Fabio Insenga)