Cronaca

Tagliò salici nel bosco, ma era
demaniale. Niente danni, assolta

Assolta “perchè il fatto non sussiste”. Così il giudice ha deciso per Giannina Sinelli, titolare di un’azienda agricola a Stagno Lombardo, accusata di aver eseguito, “in assenza dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dall’Ente forestale competente, la Provincia di Cremona, l’intervento da taglio e demolizione di 90 esemplari di salice bianco radicati in alveo demaniale, riconducibili alla nozione di bosco, così determinando in modo stabile e permanente un mutamento e una alterazione sostanziale di rilievo ambientale, estetico e funzionale, incidente sugli aspetti paesaggistico e ambientali dell’area definita quale pertinenza idraulica del fume Po e a sinistra del colatore Fossadone”.

L’avvocato Benedini

Per 70 anni Sinelli ha fatto operazioni di selvicoltura nel bosco vicino alla sua azienda agricola, tagliando i salici bianchi, piantandone altri, portandosi il legname in cascina. Fino a quando, nel 2018, ha scoperto che quel bosco era nell’alveo del fiume, dunque demaniale e quindi non di sua proprietà.

“La perizia dell’agronomo Ermete Lazzari”, ha ricordato l’avvocato della difesa Giovanni Benedini, “ha dimostrato che non c’è stato alcun danno ambientale, perché il salice, pianta autoctona, si riproduce, e, dunque, il ripristino ambientale avviene spontaneamente. Non vi è stata alcuna alterazione paesaggistica e ambientale. Non solo. La mia cliente ha immesso nuove piante di salice per un riciclo”. Nessun danno, dunque, e quindi niente reato.

Nel processo, la Sinelli, da sempre convinta di aver effettuato lavori nel suo terreno, è stata assolta anche dall’accusa di furto di legname.

Sara Pizzorni

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