Cronaca

Industrie a rischio e altre calamità
A Cava presentato il nuovo Piano

Presentato ieri sera al PalaCava il nuovo Piano comunale di Protezione Civile,  una scelta non casuale quella del quartiere Cavatigozzi, visto che qui sono insediate due aziende a rischio di incidente rilevante – Liquigas e Sol – e nelle immediate vicinanze c’è il deposito Tamoil. Tanti i residenti che si sono presentati all’appuntamento fortemente voluto dal Comitato di quartiere, per quello che è stato il primo di una serie di tappe che l’amminstrazione comunale farà in tutte le zone della città.

A presentare il documento attraverso slides che verranno poi messe a disposzione sul sito del Comune, è stata l’assessore alla Protezione Civile Simona Pasquali, affiancata dal dirgente Emanuele Stoppa, dal tecnico Ugo Gagliardi e da Ruggero Bontempi  per l’azienda Risorse e Ambiente srl che ha collaborato col Comune. Presenti anche una rappresentanza del gruppo di volontari di Protezione civile, attualmente costituito da una trentina di persone (adesioni ancora aperte) e l’assessore ai Quartoeri Luca Zanacchi.

Dopo una spiegazione generale nella quale è stato spiegato che il principale accorgimento in caso di evento calamitoso  è l’autoprotezione in attesa che arrivino i soccorsi, si è scesi nel dettaglio delle peculiarità del quartiere, dove le industrie a rischio di incidente rilevante (obbligate per legge a redigere un piano di emergenza esterno oltre che interno, validato dalla preettuta) non sono l’unico elemento di pericolo. Oltre al Riglio e al Morbasco, a presentare la possibilità di esondazione è il reticolo minore dei corsi d’acqua; c’è poi l’eventualità di incendi boschivi di interfaccia, vista l’abbondanza di aree verdi a nord del porto e a ridosso del Morbasco.

Il rischio industriale è connesso alla qualità e alla quantità dei materiali infiammabili trattati da Sol e Liquigas; in un caso l’area di rischio più esterna, tracciata attarverso rischi concentrici attorno alle sedi, lambisce la zona residenziale di via Dossetto. Il rischio è legato all’eventualità di esplosione ma anche, come ha evidenziato intervenendo dal pubblico Giovanna Bonetti, componente del direttivo di quartiere, al rischio di fuoriuscita di strisce di gas in forma liquida, che potrebbero dare origine a esplosioni a catena.
Si è parlato poi di rischio sismico e di una nuova tipologia di evento potenzialmente calamitoso, ossia il collasso della diga di Isola Serafini che arriverebbe a lambire l’argine.
C’è anche il rischio di black out elettrico e in questa evenienza il Comune ha a disposizione power banks da consegnare a persone connesse ad apparecchiature salvavita. Ondate di calore e emergenze radiologiche nucleari completano la serie di potenziali rischi, ma lo scopo della serata di ieri non era quello di allarmare quanto piutosto, come ha spiegato Pasquali, di comunicare che “sapere cosa fare in caso di incidente è la migliore e primaria forma di  protezione evitando così di andare panico”.
Individuate infine nel quartiere due aree di attesa (una nei giardini di via Zana) dove la popolazione deve radunarsi in caso di allarme seganalato da sirena; e due aree di ricovero dove vengono allestite le strutture provvisorie (zona degli impianti sportivi). Già predisposta la segalatica per indiare le posizioni.
Giuliana Biagi

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