Gaza, Netanyahu: “Israele vicino all’eliminazione di Hamas”
(Adnkronos) – Israele si sta avviando a concludere “la fase di eliminazione dell’esercito terroristico di Hamas”. Lo ha affermato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, parlando agli studenti del National Defense College, secondo quanto riferito dal Times of Israel.
Netanyahu ha spiegato che le operazioni delle Idf continueranno per “colpire i resti” di Hamas e ha ribadito – alla presenza di studenti stranieri provenienti da Germania, Singapore, Giappone, Italia, Repubblica Ceca e Corea del Sud – che Israele raggiungerà tutti i suoi obiettivi di guerra.
E mentre continua lo scambio di accuse tra ministri e funzionari della sicurezza, Netanyahu ha definito la scarcerazione del direttore dell’ospedale al-Shifa, Mohammad Abu Salmiya, “un grave errore e un fallimento dal punto di vista etico”. “Quest’uomo, sotto la cui responsabilità sono stati tenuti prigionieri e assassinati i nostri ostaggi, appartiene alla prigione”, ha sottolineato Netanyahu in una nota. Secondo il premier, che ha chiesto un’indagine sulla scarcerazione di Abu Salmiya, la decisione è stata presa all’insaputa dei vertici politici e dei capi delle agenzie di sicurezza. Domani intanto è atteso un primo report del direttore dello Shin Bet, Ronen Bar.
“Sappiamo che ci sono tre cose che sono inaccettabili per il futuro di Gaza: un’occupazione israeliana, che continui la leadership di Hamas oppure il caos, l’anarchia e l’illegalità – che è ciò a cui stiamo assistendo oggi in gran parte di Gaza”, ha dichiarato il segretario di Stato americano, Antony Blinken, durante un intervento alla Brookings Institution. “Quando questo conflitto finirà, non potrà e non dovrà finire con un vuoto di potere a Gaza. Deve finire in modo da garantire che ci siano piani chiari, coerenti e realizzabili per la governance, la sicurezza e la ricostruzione di Gaza”, ha aggiunto Blinken.
Il segretario di Stato americano ha poi ammesso che la guerra in Libano può scoppiare anche se nessuna delle parti in causa la vuole. Sottolineando che Israele “ha effettivamente perso la sovranità nel quadrante settentrionale del Paese perché le persone non si sentono sicure nel tornare a casa”, Blinken ha ribadito la sua convinzione che lo Stato ebraico non vuole una guerra in Libano, ma ha ammesso che “potrebbero essere pronti a combatterne una se necessario – dal loro punto di vista – per proteggere i propri interessi. ”
Secondo il segretario di Stato, anche Hezbollah in realtà non vuole la guerra né il Libano perché ne sarebbe la prima vittima. “Da un lato, nessuno vuole davvero una guerra. Dall’altra parte, c’è uno slancio che potrebbe portare nella direzione che siamo determinati a provare ad arrestare”, ha concluso.
E’ stato individuato e distrutto a Rafah, nel sud di Gaza, quello che è ritenuto essere il più grande sito di produzione di razzi della Jihad islamica scoperto fino ad oggi nell’enclave palestinese. Lo hanno annunciato le Idf, sottolineando che le truppe della Brigata Commando, della 401ma Brigata Corazzata e dell’unità d’elite del genio militare Yahalom nelle scorse ore hanno fatto irruzione in un compound e in un sito sotterraneo nel quartiere nordoccidentale di Tel Sultan.
I militari, secondo le Idf, hanno scoperto una struttura sotterranea utilizzata dalla Jihad islamica per produrre parti di razzi e razzi a lunga gittata. Il sito negli ultimi anni è stato utilizzato per costruire centinaia di proiettili. Durante il blitz, sempre stando alle Idf, ci sono stati scontri sopra e sottoterra e diversi operativi del gruppo jihadista sono stati uccisi utilizzando droni e missili guidati.
Israele intanto oggi è tornata a essere bersagliata dai razzi lanciati delle milizie palestinesi. Dalla Striscia di Gaza, e in particolare da Khan Younis nel sud, ne sono stati lanciati almeno venti verso le comunità di confine. Come riferiscono le Forze di difesa israeliane alcuni sono stati abbattuti dalla contraerea, mentre altri sono caduti nel sud del Paese. L’azione è stata rivendicata dalle Brigate al-Quds, braccio armato della Jihad Islamica. L’organizzazione era stata obiettivo ieri di un attacco israeliano che ha preso di mira la casa di un leader della cellula di Tulkarem in Cisgiordania.