Gdf, bancarotta fraudolenta:
sequestrati beni per 230 mila euro
I finanzieri del Comando Provinciale di Cremona, hanno dato esecuzione tra Cremona, Busto Arsizio, Pessina Cremonese, San Bassano e Bolzano, ad un sequestro preventivo emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Cremona nei confronti degli amministratori di fatto e di diritto, tutti di nazionalità pakistana, nonché di loro familiari, di una Società di trasporti portata al fallimento dopo aver distratto somme di denaro accreditandole sui propri conti personali, nonché destinato una serie di automezzi verso una nuova società costituita dagli stessi indagati mediante la stipula del contratto di cessione di un ramo d’azienda, determinando, così, il dissesto della fallita.
L’attività portata a termine dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria è scaturita da una delega di indagini della locale Procura della Repubblica a seguito delle difficoltà incontrate dal curatore della procedura fallimentare nel risalire alle ragioni del dissesto, tra cui i disattesi obblighi procedurali dei soggetti indagati, la
mancata individuazione dei beni mobili e l’impossibilità di effettuare le ricostruzioni inventariali, fino all’irreperibilità dell’Amministratore Unico della società. Le attività investigative, supportate da approfondite analisi finanziarie e altre complesse attività di polizia giudiziaria hanno consentito di far emergere la bancarotta fraudolenta aggravata a carico degli Amministratori e dei propri familiari. All’esito delle indagini che hanno visto coinvolte complessivamente 4 persone fisiche e 2 persone giuridiche
sono stati posti i sigilli a 8 automezzi riconducibili alla fallita e sequestrate somme di denaro fino alla concorrenza di circa 230.000 euro. Il procedimento penale verte nella fase delle indagini preliminari; per il principio della presunzione di innocenza, la responsabilità delle persone sottoposte ad indagini sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.