Elezioni Gran Bretagna, Sunak verso esilio dorato in California?
(Adnkronos) –
Un esilio dorato in California nella sua casa da oltre 7 milioni di dollari. E’ questo il destino Rishi Sunak? Primo premier di origine indiana, il 44enne è anche il più giovane inquilino dei tempi moderni di Downing Street, dove vive con la moglie e le due figlie da quando è stato nominato nell’ottobre del 2022. Terzo figlio di professionisti immigrati hindu, arrivati nel Regno Unito dall’Africa orientale, Sunak ha frequentato la prestigiosa boarding school del Winchester College, passando poi all’Oxford University ed infine alla Stanford University, in California.
E in questa campagna elettorale sin dall’inizio destinata alla sconfitta – secondo i sondaggi di dimensioni clamorose – per i Tories, ci sono stati molte voci su presunti piani del premier di ritirarsi in California, dove ha una casa a Santa Monica e profondi legami. Voci ripetutamente smentite dall’interessato, che assicura che anche da sconfitto “sicuramente” rimarrà nel Regno Unito nei banchi dell’opposizione ai Comuni. Smentite a parte, Sunak non ha mai fatto mistero del suo profondo legame con la California dove ha studiato, ha incontrato la moglie ed ha guidato un hedge fund a Santa Monica prima di ritornare nel Regno Unito per entrare in politica.
La moglie, Akshata Murty, è una imprenditrice ed ereditiera di una ricchissima famiglia indiana che controlla la multinazionale di It Infosys. Un impero che è stato fonte di imbarazzi per il premier, quando è emerso – ai tempi in cui Sunak era ancora ministro – che la moglie al Fisco dichiarava il “non domiciled tax status”, che la rendeva residente nel Regno Unito con il domicilio principale all’estero, evitando così pagare milioni di sterline al fisco britannico. Dopo lo scandalo, la moglie di Sunak ha detto che avrebbe iniziato a pagare le tasse per i redditi generati fuori dal Regno Unito.
La carriera politica di Sunak inizia nel 2015, quando vince il seggio del Yorkshire che era stato dell’ex leader William Hague. Rimane un volto poco noto fuori dal partito fino al febbraio 2020 quando, a seguito delle dimissioni del cancelliere dello Scacchiere Sajid Javid, l’allora premier Boris Johnson gli affida uno dei principali incarichi di governo. Una nomina che coincide con l’inizio della pandemia del Covid, che vede Sunak alle prese con le ricadute finanziarie ed economiche, apprezzato per le misure adottate a sostegno dei britannici rimasti senza lavoro a causa del lockdown.
Al momento delle dimissioni di Johnson, travolto dallo scandalo del Partygate, i festini fatti dal governo mentre i britannici erano costretti a casa dal lockdown, a Sunak, forse ancora a causa dei riflessi negativi dello scandalo fiscale della moglie, viene preferita Liz Truss come nuova leader e premier. Ma dopo che il governo della premier conservatrice cade appena 45 giorni dopo il suo insediamento, questa volta i Tories scelgono Sunak nella speranza che possa raddrizzare il corso quanto mai burrascoso del partito prima delle elezioni generali.
Nominato premier nell’ottobre del 2022, Sunak fissa cinque obiettivi sui quali afferma potranno giudicarlo gli elettori: dimezzare l’inflazione, far crescere l’economia, ridurre il debito, tagliare le liste d’attesa del servizio sanitario nazionale e fermare i barchini di richiedenti asilo sulla Manica. Poco prima di convocare le elezioni del 4 luglio, il premier ha potuto centrare uno di questi obiettivi, con l’inflazione scesa al livello più basso degli ultimi 3 anni, al 2,3%.
Sunak ha tentato di affermare che questo era un segnale che la sua ricetta per l’economia sta funzionando, ma le sue affermazioni riguardo ad una discesa del debito sono state smentite dai numeri che mostrano come sta aumentando, come sono ancora più lunghe di quando il premier ha iniziato il mandato le liste d’attesa degli ospedali pubblici.
Senza contare che il suo controverso piano delle deportazioni in Ruanda, che secondo lui avrebbe dovuto avere un effetto deterrente per chi tenta l’accesso via Manica nel Regno Unito, non solo ha creato un’enorme ondata di polemiche e ricorsi, ma non è praticamente entrato in vigore prima delle elezioni. Mentre i dati dell’Home Office mostrano un numero record di arrivi via Manica nei primi cinque mesi dell’anno, quasi 10mila persone, con cinque morti, compresa una bambina di 7 anni, ad aprile.