In corso Mazzini un'altra vetrina
spenta alla fine di un anno difficile
Con l’ultima vetrina spenta, proprio in questi giorni, di un negozio di abbigliamento, diventano sei le attività commerciali cessate nel breve tratto cittadino di corso Mazzini, una delle vie dello shopping che più risentono – insieme a Corso Garibaldi e a spazi coperti come Galleria del Corso – della crisi del commercio tradizionale.
Una strada di passaggio, isola pedonale anche se con molte deroghe, dove da tanti anni diversi locali commerciali non trovano una nuova destinazione, a cominciare dal caso più eclatante, l’ex grande magazzino Fulmine che dopo la chiusura della palestra al primo piano ospita solo il Tigotà. Altre chiusure sono più recenti come il Penny Black, all’inizio del corso, o recentissime come la calzoleria Kammi, all’angolo con via Mercatello. Mai più abitati gli spazi dell’ex Jeans56 e di recente ha chiuso anche il negozio di articoli e oggettistica per la casa sul lato opposto.
Qualche avvicendamento c’è stato, come l’arrivo di una bottega vintage e il laboratorio di tatuaggi e poi resistono insegne storiche come la panetteria Sole di Bonseri, l’armeria Galli, il negozio di cappelli Soldi, l’ortopedia Pasquinoli.
Non è solo corso Mazzini a soffrire, ma ancor di più sono vuoti tanti spazi commerciali in Galleria del Corso, dove è miseramente spento anche il pannello luminoso dell’info point che avrebbe dovuto segnare il rilancio, o corso Garibaldi.
Che non sia stata una delle annate migliori lo dicono gli stessi commercianti, che proprio in questo periodo di festività confidavano per risollevare i bilanci, e lo dimostra anche la scelta di tante regioni, tra cui la Lombardia, di anticipare i saldi, addirittura al 4 gennaio.
Giuliana Biagi