Riccardo Vialli: "Il ricordo
di Gianluca è sempre vivo"
Si avvicina il secondo anniversario della scomparsa di Gianluca Vialli. È il nipote Riccardo, figlio di Nino, uno dei quattro fratelli del campione cremonese, a ricordarlo a nome di tutta la famiglia Vialli. Lo abbiamo incontrato a Cristo Re, dove Gianluca è cresciuto. “Il ricordo di Gianluca – racconta Riccardo Vialli – è sempre vivo nei cuori di tutti noi della famiglia e di tutti gli amici che hanno avuto la possibilità di viverlo negli ultimi anni, ma anche quando era calciatore e quando era qui a Cremona”.
Tante le iniziative in programma per ricordare Gianluca Vialli, non solo a Cremona, ma anche a Genova, dove ha vissuto per anni ai tempi della Sampdoria.
“Domani lo ricorderemo con una Messa qui nella Chiesa di Cristo Re, a Cremona, alle 18.30 e invece a Genova ci saranno altri eventi organizzati dal museo Sampdoria, sempre per ricordarlo in questi due giorni”.
Proprio pochi mesi fa si è spento anche Gianfranco Vialli, il papà di Gianluca.
“Noi crediamo che, e questo ci dà un po’ di forza, adesso siano di nuovo insieme lassù e che ci proteggano”.
La famiglia Vialli è fortemente impegnata nel sociale, così come lo era Gianluca.
“Stiamo portando avanti insieme alla fondazione Vialli Mauro e a Massimo Mauro, che sta facendo un ottimo, veramente un incredibile lavoro, tutte quelle iniziative che per Luca erano importanti. La fondazione si occupa della ricerca contro la Sla e contro i tumori e cerca di promuovere tutti quei valori che per Luca erano importanti e cerca di trasmetterli ai giovani e futuri campioni”.
Tra i tanti ricordi dello zio che Riccardo Vialli custodisce nel suo cuore ce n’è uno particolarmente toccante, che fa capire che grande uomo è stato Gianluca.
“Un ricordo in particolare suo che mi colpisce sempre molto è quando l’ho visto per l’ultima volta a Genova – racconta commosso Riccardo -, alla presentazione del film ‘La bella stagione’ mi aveva trovato lui i biglietti per poter partecipare alla prima del film e appena mi ha visto mi ha subito chiesto come stavo, se mi fossi trovato bene, nonostante lui fosse visibilmente provato, un po’ dalla giornata, un po’ dalla sua situazione fisica e mi ha stupito molto il fatto che lui si interessasse a come stavo io piuttosto che a come stava lui”.
Mauro Maffezzoni