Furibonda lite in via Sardagna
A giudizio l'aggressore del vicino

Leggi anche:
E’ stato rinviato a giudizio, Mehedi Lahrache, marocchino di 37 anni che l’11 maggio dell’anno scorso, in un’esplosione di violenza, aveva aggredito, colpendolo ripetutamente al volto e alla testa con un mattone, il suo vicino di casa, Abdellah Rharrad, connazionale di 47 anni residente in una delle palazzine dell’Aler in via Sardagna, all’altezza del civico 4, nel quartiere Borgo Loreto.
Per l’imputato, assistito dall’avvocato Giorgio Lazar, il processo si aprirà il prossimo 22 maggio. Rharrad, che prima di finire in bilico tra la vita e la morte faceva il muratore, si è costituito parte civile assieme alla sua convivente, che gli è stata sempre vicina. Ad rappresentarli, i legali Alessandro Vezzoni e Santo Maugeri.
Tentato omicidio era l’accusa contestata al momento dell’arresto, poi derubricata in lesioni gravi. Con le aggravanti di aver messo in pericolo la vita del suo vicino e di avergli cagionato “una malattia certamente o probabilmente insanabile” (indebolimento sensibile delle funzioni superiori). Il 37enne è ancora ai domiciliari.
La vittima era stata ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Cremona e sottoposta ad un’operazione alla testa. Ancora oggi l’uomo sta seguendo un lungo percorso di riabilitazione.
I motivi del contendere sono da ricondurre a pessimi rapporti di vicinato, con denunce, querele e risse che i due avevano da tempo. Quella notte la situazione era degenerata. Tra i vicini, che si erano picchiati a vicenda, era scoppiata l’ennesima lite nella quale il 47enne aveva avuto la peggio. Ad arrestare il 27enne erano stati gli agenti della Squadra Volante della Questura di Cremona che una volta arrivati sul posto avevano trovato il ferito a terra in posizione supina vicino all’ingresso del plesso condominiale. Si trovava in stato di incoscienza, aveva evidenti tumefazioni al volto e dalla testa usciva sangue.
Poco prima del trasporto in ospedale del ferito, i poliziotti avevano notato la presenza di un uomo affacciato al balcone di una delle palazzine, conosciuto dagli agenti per precedenti interventi a causa di liti e aggressioni tra i due vicini. Abbagliato dal fascio di luce delle torce, il 27enne si era coperto il volto con la mano destra rendendo evidente la presenza di una fasciatura rudimentale che lasciava supporre un possibile suo coinvolgimento nella vicenda.
La perquisizione domiciliare aveva permesso di trovare e sequestrare gli abiti insanguinati compatibili con quelli indossati dall’aggressore sulla base della descrizione fornita da uno dei testimoni.
Sara Pizzorni