Politica

Verso i referendum, secondo
quesito sui licenziamenti

Era il 2014, governo Renzi, quando venne approvato il Jobs act, ossia l’insieme dei provvedimenti normativi con lo scopo di favorire il rilancio dell’occupazione, riformare il mercato del lavoro e il sistema delle tutele. Uno dei quesiti del referendum sul lavoro di giugno chiede di abrogare un punto del Jobs Act che riguarda i licenziamenti.

A oggi, nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono tornare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo, anche se così è stato dichiarato da un giudice. Per chi è entrato in azienda prima di quella data, dunque è rimasto valido l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori nella sua versione originale, che dà la possibilità di tornare al proprio posto se il Giudice dichiara infondato e ingiusto il licenziamento.

Per chi invece ricade nel regime delle tutele crescenti è riconosciuto un indennizzo che aumenta in base all’anzianità aziendale, con un minimo di 12 e un massimo di 36 mensilità di stipendio.

Le cose però negli anni sono cambiate, con le modifiche fatte dal Parlamento e le sentenze dei tribunali, la rigidità iniziale è stata ammorbidita col risultato che in diversi casi, chi è stato assunto dopo il 7 marzo del 2015 può essere reintegrato al proprio posto.

Resta il fatto che la disciplina distingue sempre fra i dipendenti per cui vale l’articolo 18 e quelli a tutele crescenti, che oggi sono 3 milioni e mezzo, cioè circa il 20% del totale di chi è a tempo indeterminato. Una quota che, in assenza di modifiche, è destinata ad aumentare.

Dopo gli interventi dell’estate scorsa della Corte Costituzionale, è prevista la reintegrazione anche nell’ipotesi del licenziamento disciplinare e anche nell’ipotesi del licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

Quindi sostengono alcuni esperti, esiste già una tutela rilevante. I referendari propongono quindi l’abrogazione delle norme che, nei casi di licenziamento illegittimo, impediscono la reintegrazione nel posto di lavoro del lavoratore.

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