Società italiana di intelligence:
per la musica c'è il prof. Perrone
La Società Italiana di Intelligence, consesso che promuove lo studio e la cultura scientifica dell’intelligence in Italia, si arricchirà di una nuova disciplina: la musica. Ad apportare i contenuti disciplinari è stato chiamato come socio ordinario il professor Fabio Perrone, consulente tecnico del tribunale di Cremona.
La Società Italiana di Intelligence, nata su impulso del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga (al cui nome è legato il Premio che riconosce annualmente il contributo agli Studi sull’Intelligence in Italia) è costituita da una nutrita comunità accademica, da studiosi e da ricercatori dei più vari settori disciplinari, nella visione che l’intelligence possa rappresentare un punto di incontro privilegiato delle conoscenze del XXI secolo.
“Sono particolarmente onorato di questa associazione nella comunità scientifica della Società Italiana di Intelligence – ha dichiarato il prof. Perrone – anche perchè i servizi segreti e la musica hanno avuto nel corso della storia una relazione complessa, spesso legata all’uso di tecniche musicali per scopi di intelligence o come forma di comunicazione segreta. Nei secoli passati le Corti europee furono teatro di intrighi e di attività di spionaggio e molti musicisti, che avevano accesso alle stanze più intime e riservate delle corti, erano a stretto contatto con sovrani e personaggi influenti, ragion per la quale erano spesso utilizzati dal potere politico come spie e la loro attività musicale come copertura: Angelo Notari, Alfonso Ferrabosco I, Thomas Morley, John Dowland e Peter Philips sono solo alcuni esempi”.
Anche oggi i servizi segreti utilizzano la musica per vari motivi funzionali, tra cui l’analisi di messaggi crittografati (tramite tecniche come l’alterazione della frequenza o la codifica di segnali sonori), l’identificazione di individui tramite analisi vocale, la raccolta di informazioni su attività illegali o l’individuazione di minacce alla sicurezza le cui comunicazioni possono anche viaggiare su canali non convenzionali.
“Del resto – ha concluso Perrone – gli agenti segreti-musicisti esistono ancora oggi e, oltre ad essere professionisti della musica, possono essere coinvolti in attività di intelligence, di spionaggio o in operazioni speciali. Credo non sia un segreto dire che durante la Seconda guerra mondiale, Bletchley Park fu il sito dell’unità principale di crittoanalisi del Regno Unito, nonché sede della Scuola governativa di codici e cifrazione. I musicisti decodificatori impiegati nel quartier generale britannico di Bletchley Park con il ruolo di criptoanalisti erano un numero così elevato che potevano formare un’orchestra. Altro esempio: Miles Axa Copeland (1916-1991), padre di Stewart Copeland batterista dei The Police, è stato un agente segreto della CIA che ha utilizzato le sue connessioni nel mondo della musica e dello spettacolo per ottenere informazioni e svolgere attività segrete”.