Cronaca

Pestato con martello e mazze: per
uno degli autori, 3 anni e 2 mesi

L'accusa è di tentato omicidio

Con l’accusa di tentato omicidio, un giovane indiano, processato con il rito abbreviato, è stato condannato in udienza preliminare a tre anni e due mesi di reclusione, con la concessione delle attenuanti generiche. Per lui, ai domiciliari da un anno e tre mesiil pm aveva chiesto una pena di otto anni. Cadute le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione.

L’imputato, assistito dall’avvocato Alessandro Vezzoni, che ha depositato trenta pagine di memoria difensiva, è stato anche condannato a versare come risarcimento una provvisionale di 10.000 euro alla parte civile, un connazionale di 25 anni che il 23 novembre del 2023 nel parcheggio del centro commerciale CremonaPo era stato colpito con una spranga di ferro e con un martello e che era finito in ospedale con la frattura scomposta dell’ulna e un trauma cranico per un totale di 81 giorni di prognosi.

Secondo l’accusa, all’aggressione avevano partecipato altri quattro indiani di età compresa tra i 22 e i 29 anni, che sono stati rinviati a giudizio e che affronteranno il processo davanti al collegio. Due di loro al momento sono evasi dagli arresti domiciliari e si sono resi irreperibili.

L’avvocato Vezzoni

Secondo la ricostruzione degli agenti della Squadra Mobile, quel giorno gli imputati avevano preparato un’imboscata al connazionale arrivato in treno in città con due amici per fare acquisti al centro commerciale. Gli aggressori erano spuntati da una siepe, lo avevano circondato e poi preso a sprangate e a martellate. “Adesso gli spacchiamo la testa, gli spacchiamo le gambe e le braccia, colpisci la testa!, ammazzalo”, dicevano, mentre lo colpivano. “Questa volta ti abbiamo solo fatto a pezzi. La prossima volta ti ammazziamo“.

La vittima aveva tentato disperatamente di fuggire, ma era stata raggiunta e colpita con una sprangata al braccio. Dopo il pestaggio, gli aggressori erano fuggiti in direzione di via Sesto, e un testimone, all’arrivo della polizia, aveva riferito di aver visto un gruppo di ragazzi che rincorreva un giovane, e che uno di loro aveva in mano un martello con il quale lo aveva colpito alla testa.

Un altro testimone aveva visto il gruppo allontanarsi a bordo di un’auto della quale aveva trascritto la targa. Dalle indagini era emerso che la targa della macchina era intestata alla madre di uno dei componenti del gruppo. Una volta identificati, tre dei cinque indiani erano finiti agli arresti domiciliari.

Secondo gli investigatori, il movente del pestaggio era attribuibile ad una vendetta nei confronti del 25enne da parte di uno degli imputati. I due erano stati coinquilini e colleghi di lavoro in una cooperativa. Il 25enne si era lamentato con il datore del lavoro del connazionale, “spesso ubriaco e molesto”. Per l’accusa, quella avvenuta al parcheggio del CremonaPo sarebbe stata una spedizione punitiva. Un atto “premeditato”. Un’aggravante che per il gup, almeno per il giovane già processato, non sussiste.

Sara Pizzorni

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