"Tecum", l'amore in versi: la
nuova silloge di Mazzolini
“Quanto vale un verso? Forse nulla, forse tutto. Un verso si nutre di vita, è respiro e attimo, ipotesi e certezza, nasce abbarbicato a un’emozione e a un desiderio”. Sono queste le parole che introducono “Tecum“, terzo testo poetico dello scrittore cremonese Guido Mazzolini, pubblicato di recente e capace di catturare l’attenzione degli appassionati di poesia.
Una silloge che raccoglie settanta poesie d’amore, declinate attraverso versi potenti: “Il verso genera un nuovo mondo, un luogo dove dimora la certezza di un’eternità che solitamente possiamo intuire appena. Ma questo non significa eludere la quotidianità per ubriacarsi di un sogno. Un verso ti costringe a combattere l’ombra del reale, il riflesso di una sincerità contaminata dal giudizio e dalla paura”, così riflette l’autore.
“Il verso si fa guerriero di un messaggio unico e irripetibile, qualcosa che non può – non deve – restare nella ‘penna’ di chi lo ha scritto, ma grida il bisogno primordiale di essere condiviso, di fecondare, di essere seme. Il rapporto tra chi scrive e chi legge è un rapporto sublime, è un condividere un letto, un tavolo, un giacere sotto lo stesso cielo che tutti rende capaci di amare, e capaci di poesia”, conclude lo scrittore cremonese.
Tra le sue pubblicazioni precedenti: Il passo del gambero, L’attimo e l’essenza, Suoni, Giuda, La ragione degli alberi, Un celeste divenire e Destinati a direzioni diverse.