Dazi, per Buzzella (Federchimica)
un "compromesso inevitabile"
C’è chi parla di giorno buio, chi di umiliazione, chi di ineluttabilità. Al momento comunque le certezze sono poche. L’accordo tra Stati Uniti e Unione Europea sui dazi riserva mille incognite. Manca l’elenco dei prodotti esentati, resta incertezza su vino e alimenti. Complessivamente il made in Italy esporta attualmente negli USA beni per circa 65 miliardi, più del 10% dell’export totale italiano. Considerando dazi al 15% e il deprezzamento del dollaro, secondo il Centro Studi di Confindustria, l’export potrebbe perdere 22 dei 65 miliardi attuali. Per il presidente nazionale di FederChimica, il cremasco Francesco Buzzella, un accordo comunque inevitabile:
“Piuttosto che innescare una guerra commerciale che avrebbe portato sicuramente a danni maggiori, alla fine è stato raggiunto un compromesso probabilmente non ottimale, ma il massimo che si poteva ottenere. Ancora oggi però mancano su moltissimi settori effettivamente i dettagli dell’accordo, quindi abbiamo settori tipo la farmaceutica, per i quali ancora non si capisce se verrà applicato questo 15%, il tutto sarebbe in mano a una sorta di commissione incaricata da Trump per capire come agire su quel settore. Quindi mancano ancora vari dettagli. Un accordo secondo me che alla fine è un po’ il massimo che si poteva raggiungere partendo da un punto di debolezza, quale quello europeo”.
Secondo alcuni commentatori un atteggiamento, quello di Von der Leyen, eccessivamente sottomesso, c’è chi parla addirittura di umiliazione dell’Europa.
“No, umiliata direi di no. Forse si poteva agire un po’ d’anticipo e quando il 2 di aprile sono stati indicati i nuovi dazi si poteva in qualche modo rispondere in modo più fermo, ma dobbiamo sempre pensare che l’Europa non è un’entità unica. Sono 27 paesi, ognuno tra l’altro con le proprie peculiarità. Quindi abbiamo una Germania che difendeva molto il settore dell’auto, l’Italia più magari il settore dell’agroindustria. Quindi non è facile dare una risposta ferma e veloce. Devi comunque ascoltare tutti i capi di governo, trovare un punto di sintesi e questa ancora una volta dimostra di essere la vera debolezza dell’Europa“.
Giovanni Palisto