Cronaca

Da Philadelphia a Cremona per il
Summer Festival: il concerto lunedì

Il servizio di Lorenzo Scaratti

 

Un camp con delle masterclass dedicate al piano e strumenti a corda, sotto la direzione della Philadelphia International Orchestra, nel cuore di Cremona. Un gruppo di ragazzi tra i 13 e 20 anni provenienti da tutto il mondo, insieme alle loro famiglie, hanno potuto imparare da una delle più antiche e prestigiose compagini orchestrali americane grazie al progetto promosso dalla famiglia Vanoli e Beyond Performance group.

Sandy Marcucci, presidente del Philadelphia International camp: “L’idea c’è piaciuta subito, il nostro format americano prevede dei camp con studenti da tutto il mondo e lo abbiamo portato anche qui a cremona, una giornata qui prevede lezioni la mattina, una pausa pranzo di due ore con una visita guidata della città e nel pomeriggio altre lezioni individuali e con i musicisti dell’orchestra di Filadelfia. E’ un programma intenso, gli studenti ci scelgono per arrivare ad un livello superiore. Ci siamo innamorati di Cremona praticamente in 5 minuti, vogliamo farne la nostra seconda casa”.

Per gli insegnati di Cremona è l’occasione per mettersi alla prova come spiega Antonio De Lorenzi, insegnante di Violino: “Il livello è altissimo e poi abbiamo questi ragazzi incredibili che dobbiamo conoscere in pochissimo tempo, adattarci e trasmettere il nostro sapere, è molto bello. Poi parliamo di culture e lingue diverse, non si smette mai di imparar”.

Il progetto, inserito nel cremona summer festival, terminerà con un concerto in sala maffei il 4 agosto e testimonierà il valore artistico ed educativo dell’iniziativa, attraverso esibizioni solistiche e collettive.

Mark Livshits, insegnante di pianoforte: “Questa masterclass è importante perchè spendiamo tanto tempo nelle lezioni individuali ma poi suoniamo dal vivo, testiamo quindi i giovani musicisti con esibizioni davanti ad un pubblico e vediamo come reagiscono quando la tensione cresce”

John Koen, violoncellista: “E’ una esperienza incredbile essere qui in italia, stiamo visitando tantissimi luoghi come le botteghe liutarie, le scuole musicali. Ogni tanto dimentico che personaggi come Antonio Amati sono nati e cresciuti qui, sento una connessione profonda con questa cultura, seppur sia diversa dalla nostra”

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