Politica

Noi Moderati "La sicurezza
urbana è un dovere condiviso"

Il  coordinamento cittadino di Noi Moderati interviene a margine della proposta del sindaco Andrea Virgilio, in rappresentanza dell’ANCI, di un “Patto nazionale per la Sicurezza Urbana”.

“Se certamente – afferma a nome del gruppo politico il coordinatore locale Giorgio Everet –  risulta condivisibile che il Sindaco lamenti la carenza di risorse e l’insufficienza del presidio territoriale e rivendichi la necessità di adeguate risorse e di un rafforzamento concreto della presenza delle forze dell’ordine tuttavia è doveroso chiedersi se e in che misura le amministrazioni locali abbiano già sfruttato appieno tutte le leve gestionali e operative a loro disposizione per migliorare la sicurezza e la vivibilità. Quando si invoca la “necessità che a questo impegno corrispondano risorse adeguate”, non si può prescindere da una verifica rigorosa dell’efficienza e dell’ottimizzazione nell’impiego delle risorse già esistenti e di quelle che, pur scarse, sono state già impiegate . È stato compiuto ogni sforzo per la razionalizzazione delle spese, per l’efficientamento dei servizi di polizia locale, per la massimizzazione dei fondi europei e regionali già destinati a progetti di sicurezza urbana o rigenerazione?

“Il riferimento alla scarsa efficacia degli interventi repressivi e all’inattuazione di Daspo ed espulsioni, pur essendo una critica fondata al sistema giustizia, solleva anche interrogativi sulla capacità dei Comuni di agire sul fronte della prevenzione e del recupero sociale. La “carenza di intervento su reati molto diffusi e socialmente allarmanti” non può essere imputata esclusivamente alle autorità nazionali. Quali programmi di inclusione sociale, supporto psicologico, mediazione dei conflitti e recupero giovanile, gestione degli spazi pubblici e inclusione sociale sono stati concretamente implementati dall’amministrazione locale? Un Comune non si limita a richiedere presidi e repressione; ha il dovere di agire sulla marginalità, sul degrado sociale e sull’educazione alla legalità, elementi che, se trascurati, alimentano il terreno fertile per la criminalità. È stato pienamente sviluppato il potenziale della polizia di prossimità e del coinvolgimento delle comunità locali in un’ottica di sicurezza partecipata? autorità locale di pubblica sicurezza.

“Tutti aspetti – continuano i Moderati  – su cui il Comune ha competenze dirette e può agire concretamente (….) Inoltre, se si chiede una riforma della legge quadro sulle Polizie Locali per garantire organici adeguati e un utilizzo efficace delle risorse umane, è legittimo interrogarsi su come siano stati gestiti gli organici attuali e se siano state esplorate tutte le possibilità per massimizzare la loro operatività, anche attraverso accordi intercomunali, formazione mirata e l’adozione di tecnologie avanzate già disponibili. Affermare che gli interventi locali “non sono sufficienti” se non accompagnati da una presenza statale, rischia di apparire come una deresponsabilizzazione, anziché una piena assunzione dei doveri che rientrano nelle prerogative gestionali del Sindaco quale autorità locale di pubblica sicurezza.

“La sicurezza urbana è un ecosistema complesso, dove ogni attore deve fare la propria parte fino in fondo, non solo chiedendo, ma anche dimostrando di aver già dato il massimo con gli strumenti a disposizione.

Infine, la questione dell’immigrazione e del suo legame con la criminalità viene affrontata con cautela, auspicando una “gestione razionale e strutturata” e la partecipazione dei Sindaci alla definizione dei piani di accoglienza. Pur apprezzando la volontà di evitare “narrazioni semplificatorie”, è fondamentale che i Sindaci vadano oltre la semplice richiesta di partecipazione e presentino proposte concrete e innovative per l’integrazione e il controllo del territorio, che tengano conto delle specificità locali , non limitandosi a considerare l’irregolarità un mero “fattore criminogeno”.

La sicurezza urbana è un diritto, come afferma il Sindaco, ma anche una responsabilità condivisa che non può essere demandata interamente alla governance centrale”.

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