Mostra di Santi e
Moavero a Monticelli
Riprende, dopo la consueta pausa estiva, il programma espositivo Castello Pallavicino – Casali di Monticelli d’Ongina (Piacenza) con la bipersonale “Essenze”, in programma dal 14 settembre (inaugurazione alle 10, a seguire il convegno “Emozioni e Parole”, ingresso libero) al 5 ottobre. L’esposizione rappresenta l’occasione per immergersi in un confronto artistico tra due personalità dalla forte identità espressiva: Massimo Moavero e Stefano Santi. Curata da Simone Fappanni e promossa dal Gruppo Mostre, presieduta dall’infaticabile Albino Casarola, la rassegna si articola intorno a un tema di ampia portata e profonda riflessione – quello delle “essenze” – intese come ciò che, al di là delle apparenze, costituisce il nucleo autentico dell’essere, della forma e della percezione.
Il percorso artistico di Moavero affonda le radici in un background che coniuga la tradizione e la contemporaneità. Nato a Palermo e stabilitosi a Milano, inizia la sua carriera lavorando nel mondo della moda, collaborando con marchi di grande rilievo come Krizia, Missoni, Malerba, Diego Della Palma e Marina Lante Della Rovere. Questa esperienza nel design e nella moda ha inciso profondamente sul suo approccio al fare artistico, che si traduce nella capacità di fondere eleganza e sperimentazione, precisione e fluidità.
Dagli inizi degli anni Duemila, la sua attenzione si è ampliata alla pittura e al design d’arte, con una produzione che comprende non solo dipinti ma anche oggetti come lampade realizzate in ferro e seta, ogni elemento scandito da un’attenzione meticolosa alle materie e ai dettagli. Il gesto pittorico di Moavero, che definisce come un “gesto estetico”, non si limita a rappresentare un soggetto ma ne rivela l’atmosfera e il sentire interiore: la pittura diventa così una trasposizione di stati d’animo, un’improvvisazione musicale in cui i contorni si ammorbidiscono e la realtà si dissolve in forme mutevoli. «Le figure femminili, i nudi ei temi musicali – spiega Fappanni – costituiscono il tema centrale delle opere scelte per questa rassegna. Non si tratta di semplici ritratti o rappresentazioni, quanto piuttosto di presenze sospese tra realismo e astrazione, in cui la ricerca anatomica si fa strumento per raggiungere una dimensione emotiva più ampia. Le figure emergono da atmosfere rarefatte, definite da gesti pittorici che enfatizzano il volume e la postura. La musica, in particolare, non è un tema accessorio ma parte integrante della sua poetica creativa», trasportata sulla tela come vibrazione che muta lo spazio e lo fa pulsare di vita».
Il lavoro di Santi, continua il curatore, «si muove invece su un piano espressivo diverso, ma altrettanto complesso e originale. Architetto di formazione, ha sviluppato un linguaggio pittorico caratterizzato da un uso rigoroso e al tempo stesso poetico della geometria. Le sue opere, generalmente prive di figure umane, sono paesaggi surreali che si dispiegano in spazi costruiti attraverso ripetizioni, sovrapposizioni e variazioni di forme geometriche essenziali, con un particolare rilievo dato al quadrato, simbolo di ordine e stabilità, ma anche di limite e sospensione. La visione di Stefano si prospetta un universo in cui il reale si trasforma in dimensione metafisico-surreale, dove il paesaggio – spesso ispirato alla pianura padana e agli ambienti naturali circostanti – si dissolve in una serie di strutture architettoniche immaginarie, ordinate secondo schemi rigorosi ma non privi di simbolicità e suggestione. Il suo uso della geometria non è un mero esercizio formale, ma un tentativo di costruire un “rifugio” dalla complessità e dal caos della realtà, un luogo di silenzio e di contemplazione.
Il dialogo tra le opere di Moavero e Santi nella cornice storica Rocca acquista, così, un significato ulteriore proprio per la tensione tra due diverse visioni, intense e complementari, del reale.
L’esposizione è aperta nei weekend fino al 10 ottobre, in occasione degli eventi che si tengono al Castello e, per gruppi e scolaresche, anche infrasettimanalmente, previo appuntamento.