Politica

Omicidio Kirk, chiesto un minuto
di silenzio in consiglio comunale

Minuto di silenzio a inizio consiglio comunale, oggi pomeriggio, come risposta alla richiesta della consigliera Jane Alquati (Lega)  a cui si è associato Matteo Carotti (FDI)  per ricordare l’assassinio del conservatore Charlie Kirk qualche giorno fa negli Stati Uniti. Alla richiesta dell’esponente della minoranza, il presidente Luciano Pizzetti ha rammentato che nel maggio scorso è stato approvato un documento unitario contro il linguaggio d’odio.

Per quanto riguarda la richiesta di un minuto di silenzio per Charlie Kirk, Pizzetti ha precisato che questo gesto di commemorazione è avvenuto solo per la morte di Papa Francesco e prima per Evelino Abeni, ricordando quanto siano numerose le persone morte per gesti violenti e di deprecabile odio politico. Da qui la proposta di un minuto di silenzio per tutte le vittime di violenza politica, senza alcuna distinzione. Proposta che è stata accolta dalla consigliera Alquati.

 

Questo il messaggio della Lega Giovani letto da Alquati: “Quello che è accaduto in America non riguarda solo un Paese lontano: riguarda tutti noi. Riguarda chi crede che la libertà di parola sia ancora il fondamento di una società democratica.
Charlie Kirk aveva 31 anni. Marito, padre di due bambini. Ma soprattutto: un uomo che non aveva paura. Lui non andava a parlare dove era facile, non si chiudeva tra chi la pensava come lui. No: lui sceglieva le università più di sinistra, davanti agli studenti più arrabbiati, e ci metteva la faccia. Si piazzava lì, con un cartello semplice ma dirompente: “prove me wrong” — dimostrami che sbaglio.
E non insultava, non urlava. Usava la logica. Ascoltava, rispondeva, smontava slogan e frasi fatte. E alla fine, anche se restava in minoranza, usciva vincitore perché aveva avuto il coraggio di esporsi, di sfidare il pensiero unico, di mostrare che il confronto non è mai una minaccia ma una ricchezza.

E proprio per questo è stato colpito. Proprio per questo è stato ucciso. Durante un incontro in un’università dello Utah, un colpo sparato da lontano lo ha raggiunto al collo mentre faceva ciò che aveva sempre fatto: parlare con chi non la pensava come lui.
Ma la verità più dura è che Charlie è stato ucciso due volte. La prima, fisicamente, da quel colpo vile. La seconda, dall’ipocrisia e dall’odio. Perché dopo la sua morte abbiamo visto commenti di gioia, gente che esultava. Proprio da chi si proclama “inclusivo”, da chi dice di voler difendere tutte le voci. E abbiamo visto istituzioni, perfino il Parlamento Europeo, incapaci di trovare il coraggio di dedicargli anche solo un minuto di silenzio.
E allora, mi chiedo e vi chiedo: che società stiamo costruendo? Una società dove ci si commuove solo per chi dice ciò che vogliamo sentire? Una società dove il dissenso non si ascolta ma si cancella? Perché se è così, non è più democrazia. È solo conformismo mascherato da libertà.
Charlie Kirk non era perfetto, come tutti. Ma era un uomo libero. Ed è stato ucciso perché aveva il coraggio di mettersi in mezzo a chi lo odiava e dire: “Parliamone. Dimostrami che sbaglio.”
Ecco perché oggi, qui, vi chiedo di fermarci un attimo. Non per fare politica, ma per rispetto. Perché quando un uomo viene tolto alla sua famiglia, a sua moglie e ai suoi figli, per le sue idee, allora il silenzio diventa un dovere.
Vi chiedo di alzarvi e dedicare un minuto di silenzio in memoria di Charlie Kirk.

Questo il testo del documento consigliere di Matteo Carotti: “Chiedo un minuto di silenzio per ricordare la figura di Charlie Kirk, un giovane padre di famiglia che ha dedicato la propria vita alla difesa dei valori della libertà, della famiglia e della fede, e che, in nome di questi ideali, ha pagato il prezzo più alto.

La sua voce, capace di parlare ai giovani ed esortare ciascuno a non piegarsi al conformismo, è stata spenta dall’odio politico, un odio che purtroppo viene alimentato in molti luoghi da cattivi maestri. Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore distrettuale Jeff Gray ha affermato: Charlie Kirk è stato ucciso mentre esercitava uno dei diritti americani più sacri e preziosi. Il fondamento della nostra repubblica democratica è il libero scambio di idee alla ricerca della verità, della comprensione e di un’unione più perfetta.

Questo dramma ci richiama a una verità antica e sempre attuale: chi difende la verità, chi si oppone al pensiero unico, spesso incontra ostilità, censura e persino persecuzione. Ma la forza delle idee non muore con l’uomo: si trasmette, si moltiplica, diventa seme di coraggio per chi resta.

Da Cremona voglio rivolgere un pensiero non solo di cordoglio, ma soprattutto di riconoscenza. Charlie Kirk ci lascia l’eredità di un esempio limpido: non arretrare di fronte all’intimidazione, non smettere di difendere ciò che è giusto, non rinunciare alla battaglia culturale che è fondamento della libertà dei popoli.

Onoriamo dunque la sua memoria come quella di un martire del nostro tempo, vittima della violenza, ma vincitore nello spirito, perché le sue idee continueranno a vivere”.

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