"Cascine padane", la mostra
al Museo della Civiltà Contadina
La mostra “Cascine padane”, inaugurata sabato al Museo di Storia Naturale e al Museo della Civiltà Contadina “Cascina Cambonino”, offre una coinvolgente esperienza immersiva fra arte e memoria del territorio. Durante il vernissage, la conservatrice, Anna Mosconi, e il curatore della rassegna, Simone Fappanni, hanno evidenziato come la cascina si presti a un “dialogo” profondo tra tradizione e contemporaneità alla scoperta delle nostre radici. Due le sezioni della rassegna: pittura, a Storia Naturale, e fotografia, al Cambonino. Gli artisti selezionati, specializzati in questo particolare soggetto, offrono un’interessante varietà di prospettive interpretative. Si tratta di Guerino Apostoli, Roberto Bedani, Riccardo Bozuffi, Donato Ciceri, Roberto Dellanoce, Fulvio Fiorini, Enrica Groppi, Giorgio Carletti, Romano Castignoli, Claudio Guatteri, Elio Nolli, Ennio Sartori e Anna Piva. L’utilizzo di eterogenee tecniche esecutive, dall’olio all’acrilico, dalla tempera all’acquerello, consentono di esplorare le molteplici sfaccettature della cascina e del paesaggio padano. Parimenti interessanti sono gli scatti di Gianluigi Bruschi e Giorgio Denti, presentati nel contesto di un concerto di musiche popolari eseguite dai Sonantes, offrono uno sguardo documentario e per certi aspetti poetico sulle cascine del cremonese e di province vicine, integrando così un percorso visivo che ha raccontato la complessità e l’intimità di un mondo in trasformazione.

“Fin dalle prime rappresentazioni pittoriche – ha detto Fappanni – passando per quelle sette ottocentesche, fino a quelle contemporanee, la cascina è stata raffigurata come luogo comunitario, in cui ai momenti di duro lavoro nei campi si alternano quelli di riposo, spesso davanti al camino o nella stalla, e attimi di felicità e condivisione. Si tratta, dunque, del luogo per eccellenza dove la società contadina, rispettosa dei tempi e dei ritmi della natura, ha vissuto secondo valori condivisi. Ecco, allora, che la nei dipinti e negli scatti la cascina emerge come un incredibile microcosmo, talvolta immerso in scenari ammantati da un fitto manto nevoso o battuti dalla calura estiva. Nelle opere esposte, sia quelle pittoriche che quelle fotografiche, si guarda, pertanto, con affettuosa prossimità a questo luogo, simbolo di un mondo ormai scomparso ma che resta vivo grazie alla memoria. Pertanto, ogni pittore non si limita a rappresentare la cascina come semplice soggetto pittorico o fotografico, ma ne propone una lettura personale che, pur nell’ampia diversità stilistica e tecnica, dà coerenza all’insieme. In questo senso, il paesaggio padano diventa una narrazione viva e autentica, dove la natura, l’architettura e la presenza umana si relazionano. Così pure la sezione fotografica, allestita attraverso su un lavoro di ricerca durato oltre un anno, vengono posti in luce aspetti peculiari e caratteristiche del mondo contadino. La fotografia, in questo contesto, va oltre la semplice “testimonianza”. Pertanto, questo “intreccio” virtuoso fra pittura e scatti crea un caleidoscopio di immagini in cui è estremamente piacevole addentrarsi”.

Ad accompagnare la rassegna è un video multimediale. L’esposizione è visitabile gratuitamente nelle due sedi fino al 18 ottobre. Per gruppi e scolaresche è possibile svolgere visite guidate.