Spettacolo

Lo “Stauffer ex Cristiani” torna
a suonare dopo il restauro

Dopo un importante e meticoloso restauro, il leggendario violoncello Stradivari Stauffer ex Cristiani della Fondazione Stauffer ritrova il suo respiro sonoro. Acquistato grazie alla consulenza di Charles Beare, uno tra i maggiori conoscitori di strumenti ad arco al mondo, e custodito al Museo del Violino, questo capolavoro della liuteria settecentesca non è una reliquia silenziosa: impregnato di secoli di mani, palcoscenici e pause sospese, torna a vibrare sotto le dita e l’archetto dei musicisti di oggi, trasformando la memoria in presente e la storia in musica viva.

Giovedì 25 settembre, alle 17.30, sul palcoscenico dell’Auditorium Giovanni Arvedi, il giovane violoncellista Paolo Tedesco, allievo dell’Accademia Stauffer, avrà la responsabilità di restituire la voce al violoncello per la prima volta dopo l’intervento conservativo. Il programma, essenziale e di grande rigore, prevede la Suite n. 1 di Johann Sebastian Bach e la Sonata per violoncello solo di Eugène Ysaÿe: due vertici della letteratura per strumento solo, capaci di mettere in luce la gamma timbrica e la profondità espressiva dello Stradivari e del suo bravissimo interprete.

Accanto a lui, lo Stauffer Cello Quartet, formazione composta dagli altrettanto talentuosi Davide Cellacchi, Giada Moretti, Mattia Midrio e Christiana Coppola – proporrà un percorso che attraversa generi e linguaggi: da Carlo Alfredo Piatti ad Alexandre Tansman, fino a Giovanni Sollima.

I quattro violoncellisti suoneranno strumenti vincitori del Concorso Triennale Internazionale di Liuteria “Antonio Stradivari”, opere dei maestri cremonesi Silvio Levaggi, Primo Pistoni, Francesco Toto e Alessandro Voltini. Quattro capolavori contemporanei che dialogheranno con il violoncello di Stradivari, ribadendo la continuità di una tradizione che non si è mai interrotta.

Il concerto è organizzato dal Museo del Violino in collaborazione con la Fondazione Stauffer, il Comune di Cremona e Friends of Stradivari. Il concerto è a ingresso libero fino a esaurimento posti.

IL RESTAURO

Il delicato intervento di restauro è stato condotto al Museo del Violino di Cremona con il rigore che la sua storia e la sua materia richiedono. Lo strumento, datato 1700, è uno degli esempi più significativi della produzione del maestro cremonese, punto di snodo tra i grandi bassi ecclesiastici del Seicento e la moderna concezione del violoncello solista.

Il restauro, affidato a Bruce Carlson con il supporto di Riccardo Angeloni, conservatore del Museo, è stato occasione per una riflessione interdisciplinare che ha coinvolto anche il Laboratorio Arvedi di Diagnostica Non Invasiva dell’Università di Pavia e il Musical Acoustic Lab del Politecnico di Milano.

“Alcune crepe sulla tavola armonica, già riparate nei secoli scorsi tendono periodicamente a cedere, richiedendo di volta in volta interventi mai del tutto risolutivi, non sostenibili a lungo termine” spiega Angeloni. “Al fine di intervenire in maniera duratura nel tempo, è stato necessario lo smontaggio della tavola armonica, che ci ha permesso di agire su alcune problematiche conservative che interessano la cassa dello strumento e sono state oggetto di monitoraggio negli scorsi anni. Il progetto ha interessato anche l’opacizzazione di alcune zone della vernice, dovuta alla presenza di una cera protettiva alterata, la tastiera e la messa a punto”.

Non si è trattato dunque di una semplice riparazione, ma di un lavoro capace di coniugare rispetto per le tracce del passato e consapevolezza delle esigenze future.

“Il restauro è momento di riflessione interdisciplinare, e a Cremona è ormai radicato un intero sistema di professionalità che permette di attuare questa moderna visione della disciplina e operare su un patrimonio unico al mondo rispettando i più alti standard” osserva Virginia Villa, Direttore Generale della Fondazione Museo del Violino.

Anche la Fondazione Stauffer, proprietaria dello strumento, ha sostenuto con convinzione l’intervento, “ben conscia dell’inestimabile valore culturale che il violoncello rappresenta” commenta il presidente Alessandro Tantardini. “Per questo ha condiviso, per quanto di sua competenza, l’intervento proposto, grazie al quale lo strumento può essere utilizzato, seppure con le dovute cautele, in occasione di importanti eventi musicali – come questo del 25 settembre – così come gli altri preziosi strumenti di proprietà della Fondazione custoditi presso il Museo del Violino nello Scrigno del Tesori”.

Il laboratorio di restauro, allestito all’interno del Museo in spazi non accessibili al pubblico, ha permesso, quindi, di affrontare criticità tecniche e insieme di approfondire la conoscenza dello strumento grazie a una stratigrafia complessa di segni: le tracce di Stradivari, quelle dei musicisti che lo hanno suonato, quelle dei restauratori che nei secoli hanno provveduto a mantenerne la funzionalità. Un insieme di livelli che rende il “Cristiani” non solo capolavoro sonoro, ma documento vivo della storia della liuteria.

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