Cronaca

Cacciava pispole, specie
protetta: 84enne a processo

Un cacciatore bresciano di 84 anni residente in Franciacorta è a processo a Cremona perchè sorpreso il 6 novembre del 2022 ad abbattere nove pispole nel parco del Morbasco a Stagno Lombardo. L’uomo, titolare di licenza di caccia, era stato visto dai carabinieri della forestale mentre cacciava i volatili, specie particolarmente protetta dalla Convenzione di Berna del 1979. All’epoca dei fatti il cacciatore era stato denunciato, con il sequestro dell’arma e degli uccellini. Ora l’imputato si è opposto al decreto penale di condanna a 2.000 euro di ammenda, e quindi andrà a processo a gennaio.

Tre anni fa, prima dell’84enne, nei controlli anti-bracconaggio era finito un altro cacciatore 80enne, anche lui bresciano, ma della Valtrompia. Era stato denunciato perché aveva abbattuto nove pispole con l’impiego di due richiami acustici.

Per chi viene sorpreso ad abbattere specie protette è previsto l’arresto da due a otto mesi o l’ammenda da euro 774 a euro 2.065. Per chi esercita la caccia con l’ausilio di richiami vietati è invece prevista l’ammenda fino a euro 1.549. Inoltre sono previsti provvedimenti amministrativi propri dell’ autorità amministrativa e di pubblica sicurezza inerenti la licenza di caccia.

Gli uccelli migratori sono soliti percorrere rotte ben precise che si ripetono due volte l’anno. Nel periodo fra ottobre e novembre compiono un viaggio che ha inizio nel nord Europa e termina in Africa. Riguardo i dispositivi riproducenti il canto degli uccelli, questi sono di libera vendita ed utilizzabili per finalità scientifiche o per educazione ambientale; è però fatto assoluto divieto il loro utilizzo come richiami da caccia durante l’attività venatoria.

“E’ vietato a chiunque usare a fini di richiamo uccelli vivi accecati o mutilati, ovvero legati per le ali, e richiami acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico, con o senza amplificazione del suono” . I richiami determinano anche un’interruzione della migrazione, con conseguente perdita di energia e riduzione del numero di animali che riescono a portare a termine i loro spostamenti; pertanto il loro utilizzo, oltre all’aumento di abbattimenti, causa anche lo stravolgimento dei naturali ritmi biologici delle specie.

Sara Pizzorni

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