Da Cella Dati al Cern di Ginevra:
la storia di Riccardo Scaglioni
Ha venticinque anni, un dottorato in corso e una collaborazione con uno dei centri di ricerca più importanti al mondo.
È un curriculum di tutto rispetto quello che può vantare Riccardo Scaglioni, classe 1999, residente nel piccolo paese cremonese di Cella Dati ma ormai cittadino del mondo.
Da qualche anno, un po’ in presenza un po’ a distanza, lavora ad alcuni progetti del CERN di Ginevra, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare che gestisce il più grande laboratorio di fisica delle particelle a livello globale.
Dal silenzio della campagna fino ai numerosi e complessi procedimenti degli esperimenti in corso, nonostante la giovane età ha avuto una crescita professionale costante.
“Il mio percorso è stato abbastanza lineare – spiega Riccardo – : ho studiato al Torriani di Cremona, poi mi sono interessato alla fisica per curiosità; ho cominciato a studiare all’Università di Pavia, ho fatto la triennale e la magistrale e poi ho iniziato il dottorato. Da lì ho cominciato a collaborare col CERN di Ginevra, perché il docente con cui ho fatto la tesi mi ha proposto questa magnifica esperienza”.
“Per la maggior parte del tempo posso lavorare da casa – aggiunge – quindi normalmente al computer programmo e riesco anche a collaborare, se così possiamo dire, con i gruppi organizzativi per decidere quelli che sono i prossimi passi da fare per programmare il prossimo decennio”.

Tra gli altri, Riccardo sta seguendo anche l’ATLAS, esperimento di fisica che, semplificando il concetto, punta a studiare il Bosone di Higgs, la cosiddetta “particella di Dio”, e indagare l’universo primordiale. E se tanto è stato fatto, per il giovane cremonese la strada si prospetta ancora lunga.
“Il CERN è un istituto di ricerca che mira a mettere insieme gente di provenienza molto molto differente – racconta poi Scaglioni – per poter raggiungere quello che è un obiettivo comune: andare a scoprire le nuove frontiere della fisica e più in generale fare ricerca di frontiera, per scoprire le cose che al momento non riusciamo a vedere e portare sempre più in là l’asticella”.
“L’ambiente del CERN è davvero stimolante – prosegue -, molto bello e accogliente; per cui se solo potessi restare lì lo farei con piacere”.
Che cosa è che fa innamorare della fisica? Riccardo non ha dubbi. “Penso che la bellezza stia nell’andare a scoprire quello che è il mondo che ci circonda e come funziona, quindi imparare quelli che sono tutti i meccanismi che spiegano come le cose attorno a noi si muovono, come si comportano e perché”.
Andrea Colla