"Dopo Salvini? Non esisterà più
nessuna Lega", parola di un ex
Intervista ad Alessandro Carpani a una settimana dal congresso di Treviglio che ha dato vita al Patto per il Nord, di cui è segretario provinciale.
Dalle elezioni regionali alle prospettive per la Lega di Salvini; da Giorgia Meloni alle divisioni del centrodestra cremonese. Alessandro Carpani, leghista della prima ora a Cremona, partito con cui ha rotto definitivamente nel 2019, è reduce dal congresso fondativo celebrato lo scorso fine settimana a Treviglio del “Patto per il Nord”, associazione ora divenuta movimento politico che raccoglie l’eredità della Lega originaria, fondata sulla difesa degli interessi dell’area più produttiva del Paese e che ha come caposaldo ideologico il federalismo.
Anima critica della Lega salviniana, oggi è segretario provinciale del movimento fondato da Paolo Grimoldi. Alle scorse elezioni amministrative la sua candidatura nella lista per Giovetti sindaco, alternativa a quella ufficale dei partiti di centrodestra, contribuì alla sconfitta di quest’ultimo schieramento.

Domenica si tengono le elezioni regionali in tre importanti regioni. In Veneto sembra più una sfida tra Lega e FD, più che tra centrodestra e centrosinistra. E lì c’è Zaia, che non ha ottenuto il terzo mandato ma non ha nessuna intenzione di mollare.
“Zaia se avesse voluto diventare un problema per la Lega, avrebbe dovuto star fuori da queste elezioni regionali.
E la conseguenza sarebbe stata una Lega sprofondata a percentuali minime storiche. Invece candidandosi in ogni collegio ha voluto mettere la sua faccia. La conseguenza è che il voto alla Lega in Veneto non è un voto alla Lega ma è un voto per Zaia.
Rispetto alle elezioni regionali passate, dove la Lega in Veneto aveva preso qualcosa tra 13 e 14%, a questo giro la percentuale sarà sicuramente più alta. Ma non perché la Lega sta lavorando bene, ma perché è un voto nei confronti del presidente uscente.
E di lui si fanno ipotesi per futuri incarichi.
Potrebbe essere candidato nelle supplettive del Veneto per prendere il posto di Stefani (il parlamentare della Lega dato per vincente alla presidenza della Regione, ndr) a Roma. Ma credo che Zaia non si accontenterà solo di quel ruolo. Probabilmente partirà come parlamentare per poi arrivare ad altro, una volta giunto a Roma. Non credo gli interessi qualche ente pubblico da dirigere, a Zaia piace fare politica.
Ma quindi potrebbe esserci lui per il dopo Salvini?
La Lega del dopo Salvini? Assolutamente no, non esisterà nessuna Lega dopo Salvini. Finita l’era Salvini, la Lega scomparirà come è giusto che sia. Perché non esiste più la vecchia Lega Nord, esiste una Lega che si chiama Salvini Premier e non può esserci nulla dopo la Lega di Salvini Premier. Quindi la Lega scomparirà dal panorama nazionale.
Qual è stato il più grave errore di Salvini secondo voi di Patto per il Nord?
E’ stato quello di appoggiare il governo Draghi. Quando la Lega è stata per decenni contro i banchieri, e poi dopo tu appoggi quello che è stato proprio il banchiere dell’Europa, capisci bene che i tuoi elettori non possono fare altro che abbandonarti e salutarti per sempre. Poi quando nazionalizzi troppo un partito che è sempre stato territoriale e prendi percentuali in Calabria che sono superiori a quelle che prendi in Lombardia, capisci che qualcosa si è rotto.
Parliamo del Ponte sullo Stretto?
Se fosse un’infrastruttura scelta dai cittadini di Sicilia e Calabria, magari in un sistema federalista, credo che nessun calabrese e nessun siciliano avrebbe voluto che un centesimo dei suoi soldi fosse investito nel Ponte sullo Stretto.
Tant’è che nessun privato ha messo un euro in quel progetto, mentre quando si guarda al nord Italia, la Brebemi e la Pedemontana sono in piedi solo grazie ai finanziamenti di privati.
Per Calabria e Sicilia, che sono tra le peggiori regioni governate nel nostro Paese con un debito fuori dal normale, le priorità sono altre. Sono la sanità, le strade, i trasporti ferroviari.
Di tutto questo non c’è niente in quelle due regioni. Quindi costruire un ponte semplicemente per favorire qualche turista che va in Sicilia, direi che è una follia totale.
Per poi trovarci qua, nelle nostre zone, con un ponte che dovrebbe essere ristrutturato e che non è stato nemmeno asfaltato, oppure con un raddoppio ferroviario per il quale non c’è ancora certezza dei fondi fino a Codogno.
Siamo veramente giunti alla follia, e questa la si può risolvere solo con un federalismo territoriale, che deve essere prima di tutto federalismo economico, perché senza soldi, di federalismo non si inizia neanche a parlare.
Intanto si è tornati a parlare di autonomia per le Regioni …
E’ una pochezza che è stata presentata in questi giorni da Calderoli in alcune regioni esclusivamente perché si va a votare. In Veneto bisogna far vedere che la Lega ha fatto un referendum anni fa sull’autonomia, che però ad oggi non ha portato alcun tipo di risultato.
Gli anni passano ma la Lega è al governo e non è cambiato nulla, però prima di ogni campagna elettorale salta fuori Calderoli che dice ‘ah, bene, si fa un preaccordo sull’autonomia’ … Lo stesso presidente di Regione Lombardia ha dichiarato tranquillamente che anche in questa legislatura le regioni non otterranno praticamente nulla. Però si continua con il teatrino per far vedere che qualche spiraglio si apre, senza mai portare a casa niente.
A proposito di Lombardia, cosa sta succedendo? In Fratelli d’Italia c’è stata un po’ di maretta per il caso Picchi.
Mah, si dice una lotta interna con La Russa, ma questi sono problemi marginali. Il problema grande è che qualcuno parla di andare alle elezioni anticipate nel 2027 accorpando le politiche con le regionali. Fratelli d’Italia farebbe sicuramente un botto rispetto ad altri, anche perché ormai la presidenza di Regione Lombardia è stato promessa a Fratelli d’Italia. E quindi loro prima cominciano ad amministrare la nostra regione, più ovviamente sono contenti.
Non c’è della rivalsa verso la Lega attuale, da parte di ex esponenti di rilievo, come lei, entrati nel Patto per il Nord?
Nessuna rivalsa, anche perché a Cremona in questo periodo non c’è nessuna elezione in vista. E quando sono uscito dalla Lega non sono entrato in altri partiti, me ne sono stato alla porta e adesso che c’è finalmente un movimento a cui interessano le tematiche care al nord, sono rientrato. C’è qualcuno che ricomincia a occuparsi dei problemi dei cittadini, delle imprese del nord, di conseguenza perché non provarci?
Cosa ne pensa della Meloni? Quanto durerà la sua leadership?
Come è successo alla Lega in precedenza, la Meloni è arrivata in breve tempo al 30% e potrebbe essere che in pochi mesi anche lei scenda. In questo momento politico il voto è molto oscillante e la gente cambia idea molto rapidamente, quindi non credo che la Meloni vada avanti a governare per trent’anni.
Sugli scenari internazionali come vi ponete?
Prima di tutto è meglio cominciare a lavorare per risolvere i problemi che ci sono nel nostro Paese. Quando la sanità va male e poi vedi che i tuoi soldi vengono utilizzati per inviare armi in altri Paesi, ovviamente un pochino ti fa storcere il naso. Poi, ovvio, bisogna lavorare per la pace. Di sicuro non siamo a favore di una Russia che va in giro ad attaccare altri Paesi.
Arrivando a Cremona, sappiamo com’è andata alle ultime elezioni amministrative. Cosa ne pensa di questo quasi anno e mezzo di governo cittadino?
I problemi di Cremona continuano a rimanere, però c’è anche da dire che l’alternativa è difficile, anche sulla nostra città. L’abbiamo visto a giugno 2024 e lo vediamo anche oggi nella frammentazione del centro-destra a livello locale, dove Fratelli d’Italia va per la sua strada e il resto del centro-destra ne percorre un’altra. Immaginiamo, se avessero vinto loro le elezioni, come saremmo oggi.
Il centrodestra non sarebbe stato in grado di ricompattarsi in caso fosse andato al governo della città?
Assolutamente no. Quello che succede a Cremona, oggi con Fratelli d’Italia, prima con altri partiti, è che c’è sempre stato un certo legame fra il PD e alcune forze del centro-destra. E’ un dato storico, sia per la nostra città che per la provincia.
In conclusione, se non si avverasse la previsione di una Lega che sparirà dopo Salvini, chi ne sarà il leader?
C’è stato un momento in cui bisognava cambiare il segretario federale ed è stato il congresso di qualche mese fa. Nessuno, neanche tra i presidenti di regione ha avuto il coraggio di candidarsi, perché evidentemente interessa fare altro e non invece investire tempo nella Lega. Di conseguenza, il tempo è passato e ormai non c’è altro che aspettare la morte definitiva della Lega Salvini-Premier, o per meglio dire, della Lega SalVerdini-Premier ormai, perché molte decisioni della Lega vengono prese non dal suo segretario, ma da altri”.
Giuliana Biagi