Disagio giovanile, Gandolfini:
"Attenzione a uso dei device"
Massimo Gandolfini analizza il disagio giovanile in un incontro all'istituto Beata Vergine di Cremona, evidenziando fragilità emotive e comportamentali. Fondamentale riflettere sull'uso dei social.
All’Istituto Beata Vergine di Cremona silenzio e attenzione massima della numerosa platea che giovedì sera ha ospitato una lezione del professor Massimo Gandolfini.
Un incontro pubblico che ha affrontato uno dei temi più urgenti e complessi dell’attualità: il disagio giovanile. Gandolfini, neurochirurgo e psichiatra, oltre che consulente della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Dipartimento Antidipendenze, ha parlato della crescente fragilità emotiva e comportamentale tra gli adolescenti.
Una figura di rilievo nazionale che ha offero una lettura scientifica e aggiornata dei fenomeni che coinvolgono le nuove generazioni, dalle dipendenze alle difficoltà relazionali, passando per le fragilità emotive acuite dagli ultimi anni di crisi sociale e digitale.
“Uno degli indicatori che evidenzia che qualcosa non va in un giovane, nel rapporto con Internet in primis, è quando cambia il comportamento e quando il suo sonno è irregolare” ha detto l’esperto. Che ha parlato anche dell’utilizzo corretto dei social network: “Non postate forografie dei vostri bambini sui social perché quell’immagine va dal Polo Nord al Polo Sud e la può manipolare chiunque, in ogni angolo della terra senza che se ne sappia nulla. Massima prudenza con i bambini”.
E ancora, l’esperto ha toccato il tema degli Hikikomori, coloro a cui non interessa più niente di quello che li circonda e si isolano in una stanza, con un device elettronico. “Abbiamo assistito a scene incredibili di gente che si strappava le vesti quando gli abbiamo tolto il telefono o il computer” ha detto.
La società italiana dei neuropsichiatria ha diffuso un dato, ha sottolineato Gandolfini: i ricoveri in neuropsichiatria infantile sono aumentati del 180% a causa dell’uso precoce di tablet e cellulari. “Si raccomanda di non fare usare i cellulari ai bambini sotto i 13 anni. Di tenere monitorati comunque i ragazzi quando presentano sintomi di ansia e solitudine”.
Federica Bandirali