Sofonisba e le altre: concluso
ciclo dedicato alla grande pittrice
In sala Puerari la storica dell'arte Cristina Acidini ha tratteggiato le figure femminili che come l'Anguissola hanno lasciato un segno in un campo quasi esclusivamente maschile tra '500 e '600.
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“Sofonisba e le altre”: le pittrici che hanno lasciato un segno nella storia dell’arte tra ‘500 e ‘600, sono state al centro dell’ultimo incontro della rassegna “Donne per l’arte – Conversazioni sulla figura di Sofonisba Anguissola”, organizzata da Cremona Musei per consentire a un vasto pubblico di comprendere l’importanza artistica e umana di questa grande pittrice a 400 anni dalla morte.
Introdotta dall’assessore alla Cultura Rodolfo Bona, ne ha parlato giovedì scorso in sala Puerari la storica dell’arte Cristina Acidini, soprintendente dal 2006 al 2014 per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, presidente dell’Accademia delle arti del disegno e della Fondazione Longhi, allieva di Mina Gregori.
Nel corso della conferenza, la studiosa ha tratteggiato i ritratti di altre donne artiste contemporanee o successive all’Anguissola partendo dalle narrazioni che ne fecero cronisti e biografi i quali “ponevano prevalentemente l’attenzione su aspetti come l’avvenenza fisica, la bravura nelle arti donnesche oppure nella musica, alla spinetta o al clavicembalo. La figura femminile dell’artista per tutto il ‘500 e nel primo Seicento è un’anomalia che viene registrata con curiosità, indulgenza e quelche volta con una punta di acredine”.
Inevitabile un accenno alla vita avventurosa e straordinaria di Sofonisba: “Meriterebbe davvero di essere protagonista di qualche film o serie televisiva, perché la sua vita è un romanzo. Anche solamente per il fatto di essersi proiettata nella professione, affermata con il suo talento, avuto il coraggio di affrontare trasferimenti importanti in Spagna, a Genova, in Sicilia, l’essersi innamorata di un uomo più giovane e rivendicato la liberta di amarlo.
“Ci fu chi tentò di dissuaderla, anche ad alte sfere, come il granduca di Firenze Francesco I: cercò di non farli sposare e lei rispose che i matrimoni si facevano prima in cielo e poi sulla terra: come dire che del suo destino nessuno si doveva immischiare”.
Di formazione essenzialmente lombarda, ha detto tra l’altro la studiosa, “Sofonisba è molto ricettiva nella sua espressione artistica: al periodo cremonese, in cui si sofferma sugli aspetti domestici e naturalistici della vita quotidiana, sa poi alternare altri linguaggi: più formale alla corte di Spagna, tendente al religioso e devozionale nel periodo siciliano, di cui sappiamo poco”.
Una personalità artistica “originale e di cui si interesssò anche Michelangelo Buonarroti che volle di lei un disegno perché aveva sentito parlare della sua bravura”.
Giuliana Biagi
