Cronaca

Raddoppio ferroviario Piadena
Codogno, quale progetto?

Nel servizio di CR1 le interviste ai sindaci di Cremona e Cappella de' Picenardi

Non c’è solo l’incognita sul finanziamento per i due lotti ancora mancanti nel progetto raddoppio ferroviario Mantova Cremona-Codogno, quelli tra Piadena e Cremona e tra Cavatigozzi e Codogno. Un altro tema che periodicamente ritorna da quando RFI ha concluso il dibattito pubblico con gli interlocutori del territorio (estate 2024) è la progettazione dell’opera, ossia se il secondo binario debba essere in affiancamento a quello esistente o in variante.

Per quanto riguarda il tratto Piadena – Cremona, l’ipotesi inserita nel dossier finale di RFI ormai più di un anno fa e mai modificata, è quella portata avanti dal raggruppamento dei Comuni lungo la tratta Piadena – Cremona e dal mondo agricolo: Piadena-Drizzona, Torre de’ Picenardi, Cappella de’ Picenardi, Pieve San Giacomo, Vescovato, Malagnino, Consorzio di Bonifica Dunas, Consorzio Irrigazioni Cremonesi, Consorzio Agrario di Cremona, CIA – Agricoltori Italiani, Coldiretti Cremona, Libera Ass. Agricoltori Cremonesi) e prevede la realizzazione in affiancamento al binario esistente mantenendo al tempo stesso una distanza di sicurezza del cantiere in modo da non interrompere il traffico ferroviario. RFI aveva richiesto l’attivazione di un tavolo tecnico con la Regione per definire i dettagli di questa richiesta che avrebbe comportato un allungamento dei tempi, dei costi e comunque a disagi per il traffico ferroviario.

L’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi, dopo l’incontro con il coordinatore dei Comuni, Raffaele Leni sindaco di Cappella de PIcenardi, ancora ad agosto 2024, aveva dichiarato che “Regione Lombardia ha registrato la posizione della Provincia e dei Comuni tutti favorevoli alla realizzazione della soluzione che prevede il minor impatto sul servizio ferroviario, a discapito della durata complessiva dei lavori, che secondo la stima di Rfi si allunga a 11 anni. L’ipotesi confermata dai territori prevede la realizzazione del raddoppio in affiancamento alla linea esistente, tra Piadena e Cremona e tra Cavatigozzi e Acquanegra con mantenimento dell’esercizio ferroviario. Accogliamo questo volere dei Comuni, ma, in tutta onestà evidenziamo anche che i lavori con la linea in esercizio aumenteranno la possibilità di disagi e di disservizi”.

Un anno e mezzo è passato da quelle dichiarazioni e di soluzione progettuale definitiva non si è più parlato. Ma intanto il territorio mantovano preme sull’acceleratore e teme un prolungarsi dei tempi per ottenere i benefici attesi dal raddoppio, visto che già da cronoprogramma iniziale si prevedeva la conclusione nel 2036.

La tratta Mantova – Bozzolo verrà infatti completata entro il 2026, quella tra Bozzolo e Piadena Drizzona entro il 2027. Ma progetti di cantierizzazione per il lotto intermedio non ce ne sono, mentre l’attenzione nell’ultimo anno si è spostata sul versante codognese, con il comune di Pizzighettone che si è scontrato con il confinante Maleo in merito al tracciato della nuova linea. Grazie anche al pressing dei residenti che hano chiesto e ottenuto da RFI alcune ipotesi di tracciato alternative a quella inizialmente presentata (raddoppio in affiancamento al binario attuale, in pratica a pochi metri da diverse case) si è aperta la possibilità di un tavolo tecnico tra Rfi, Comuni coinvolti e Regione per trovare un compromesso che sposti i binari fuori dal centro abitato, sconfinanzo, appunto nelle aree agricole del lodigiano.

Giuliana Biagi

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