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Lega, il direttivo provinciale dà carta bianca al commissario Volpi per l’uscita dalla maggioranza di Perri

La Lega Nord in Comune può passare all’opposizione. Il direttivo provinciale, riunito questa sera (giovedì 1) dalle 21 alle 23.40, ha approvato a larga maggioranza (8 voti su 9) la richiesta uscita dall’assemblea dei militanti giovedì scorso. L’ultima parola, quella definitiva per rendere ufficiale lo strappo già avvenuto nei fatti e approvato dal provinciale, spetta al commissario cittadino, il deputato Raffaele Volpi.

Tecnicamente, il pronunciamento del direttivo è il seguente: “Il direttivo ha accettato con otto voti favorevoli e uno contrario (due gli assenti; ndr) la richiesta del commissario Volpi di esprimersi in merito alle possibili ripercussioni dell’uscita della Lega dalla maggioranza del Comune di Cremona. Pertanto si dà autorizzazione al commissario di procedere”.

Traduce, a riunione terminata, il segretario Simone Bossi: “Il commissario cittadino, raccogliendo l’indicazione dei militanti, aveva chiesto al provinciale di valutare possibili ripercussioni sul territorio e in amministrazione provinciale dell’uscita dalla maggioranza in Comune. Dal momento che durante il direttivo si è appurato che non ci saranno ripercussioni di questo genere e che, anzi, è stato espresso apprezzamento per il lavoro dei nostri amministratori locali e anche per l’operato del presidente della Provincia, è stata accolta la richiesta del commissario”.

Il parlamentare ha ora carta bianca per comunicare ufficialmente il ‘ritiro delle truppe’ dalla maggioranza di Perri e far passare il Carroccio all’opposizione sul capoluogo.

Due gli assenti – ragioni personali, fanno sapere dalla segreteria – alla riunione del direttivo: Alessandra Fiamenghi e Fabio Marconi. Di Mimma Moroni il solo voto contrario all’uscita della Lega dalla maggioranza di Perri.

 

LE CONSEGUENZE

La decisione sull’uscita dalla maggioranza è passata al voto degli componenti il direttivo: oltre al segretario Simone Bossi, il vicesegretario Alessandro Carpani, il capogruppo in Consiglio Italico Maffini, poi Fabio Grassani, Mimma Moroni, Giacomo Zanisi, Sergio Barili, Filippo Bongiovanni (assessore provinciale), Marco Maina. Assenti Fabio Marconi e  Alessandra Fiamenghi.

I consiglieri della Lega: Italico Maffini e Giovanni Ferraroni

PARTECIPATE – Alla proposta di rottura dell’alleanza con il Pdl e con il sindaco Perri è collegata quella per l’uscita dei rappresentanti del Carroccio in seno alle partecipate del Comune. Quattro i Cda dove siedono i Leghisti: presidenza di Aem Gestioni (in capo a Giuseppe Ferrari), un consigliere di Cremona Solidale (Fabio Grassani), un consigliere in Linea Distribuzioni, controllata di Lgh (Antonio Ravara), un consigliere in Km Spa (Giuseppe Guarneri).

A queste si aggiungerebbe la vicepresidenza della Fondazione Città di Cremona, in capo a Carlo Santini, che i vertici della Lega hanno però ‘scaricato’ in occasione del ‘caso Fodri’. Sul fronte dei collegi dei revisori, in quota Lega è poi un posto nella Fondazione Ponchielli (Andrea Ferrari).

ASSESSORI – Capitolo assessori. Il partito ha già ampiamente chiarito che Jane Alquati e Claudio Demicheli (nei cui confronti sono stati avviati procedimenti disciplinari) non rappresentano più la Lega. Alquati e Demicheli, dal canto loro, hanno ribadito fedeltà al sindaco rendendo già chiaro che anche in caso di strappo ufficiale del Carroccio resteranno in giunta. Nel caso più che probabile del passaggio del Carroccio all’opposizione, i due assessori dovranno essere considerati a tutti gli effetti in quota al sindaco.

CONSIGLIO – Quanto ai numeri in Consiglio e sempre in caso di passaggio dei lumbard all’opposizione, il quadro è quello emerso in occasione dell’ultima seduta, quando i due consiglieri leghisti hanno marcato i distinguo astenendosi sull’assestamento di bilancio. La maggioranza (Pdl, Lista Perri, Udc, Gruppo misto) conterebbe dunque 23 voti compreso il sindaco, la minoranza 18 (Lega, Pd, Cremona per la Libertà, Cremona nel Cuore, Idv). Il centrodestra dovrebbe però assicurarsi ogni volta i cinque voti del misto e il voto dell’Udc, attualmente in appoggio critico da valutare “caso per caso”. E’ anche alla luce di questo quadro, dove basterebbe qualche assenza tra le fila del centrodestra per finire sotto, che si comprende il pressing sempre in atto per portare nel misto il consigliere leghista Giovanni Ferraroni, diviso tra la stima personale per il sindaco e i 25 anni di militanza nel partito di Bossi (Umberto).

 

f.c.

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