Cronaca

Cartelle di Equitalia a centinaia di cremonesi: pagate il contributo al Consorzio Vacchelli Scoppia la polemica in città

Centinaia di cartelle ad altrettanti cittadini cremonesi, da Pizzighettone a Cremona, per un “contributo di bonifica e difesa idraulica”. Gli avvisi, recapitati da Equitalia, stanno arrivando in questi giorni e stanno sollevando un’ondata di proteste. Gli importi richiesti sono contenuti – si parla di 5 euro -, ma i destinatari delle cartelle inviate da Equitalia cascano letteralmente dalle nuvole. Il contributo è infatti chiesto loro per la prima volta in assoluto e non se ne comprende appieno la ragione.
La comunicazione dell’ente riportata nell’avviso di certo non aiuta: “Somma dovuta per contributo di bonifica e difesa idraulica – si legge -. Avviso di pagamento del Consorzio di bonifica Naviglio Vacchelli di Cremona, Ente di diritto pubblico operante nel settore difesa e sicurezza idraulica del territorio, attività finanziata con i contributi obbligatori a carico dei proprietari dei beni immobili (terreni e fabbricati) che traggono beneficio dall’attività stessa (R.D. n° 215/1933 e L.R. n° 31/2008)”. “Il contributo – precisa poi Equitalia – ha natura tributaria ed è deducibile nella dichiarazione dei redditi. Contro questo avviso di pagamento è ammesso ricorso al Presidente del Consorzio, in carta semplice, entro 30 giorni dal ricevimento”.
La polemica sul “balzello” ai Consorzi di bonifica torna puntuale ogni anno. In base ad un Regio decreto del ’33, i cremonesi proprietari di immobili situati in zone servite dal Consorzio di bonifica sono tenuti al versamento di un contributo. Inutili, fino ad ora, sono state le proteste, i ricorsi, le mobilitazioni tornate puntualmente ogni anno contro il “balzello”.
Ora spunta questa novità: il Consorzio ha esteso la sua attività ad altre zone della provincia ed estende di conseguenza la richiesta del contributo. Una decisione ancor più sorprendente se si considera che presto il Consorzio dovrebbe essere soppresso con la nuova legge regionale che riformerà i comprensori accorpando quello del Vacchelli con quello dei Dugali e il cremasco, nell’ottica della riduzione dei costi della politica.
Si poteva dunque aspettare ad estendere il contributo, ma le cartelle sono partite e stanno arrivando a destinazione, suscitando proteste e polemiche. Decine e decine di telefonate stanno arrivando in queste ore al Consorzio Irrigazioni Cremonesi, ente proprietario del canale Vacchelli, ma che con il tributo chiesto dal Consorzio di Bonifica Vacchelli non c’entra nulla. A quanto si apprende, i cittadini sono imbufaliti anche per il fatto che il telefono il cui numero è indicato negli avvisi di pagamento inviati da Equitalia suona costantemente a vuoto: per questo cercano di avere informazioni dal Consorzio Irrigazioni Cremonesi.

Ecco, di seguito, la spiegazione fornita dal Consorzio Irrigazioni Cremonesi.

Nel 1984, con la legge n. 59, la Regione Lombardia ha suddiviso il territorio di pianura in ventidue ‘Comprensori di bonifica e irrigazione’.
Il territorio della Provincia di Cremona, risultò così diviso in quattro Comprensori:
a) n. 7 ‘Cremasco’
b) n. 11 ‘Naviglio Vacchelli’
c) n. 12 ‘Dugali’
d) n. 16 ‘Navarolo’.
A riferimento territoriale di ciascun Comprensorio venne posto un Consorzio di bonifica, la cui unica definizione era ed è quella fissata dal regio decreto 215/1933. Nei Comprensori Dugali e Navarolo già esistevano gli omonimi Consorzi di bonifica, più recente espressione delle strutture e delle organizzazioni evolutesi nella storica difesa delle terre paludose e/o soggette alle periodiche inondazioni a causa delle piene del sistema Oglio-Po.
Negli atri due Comprensori fu necessario istituire un Consorzio di bonifica non soltanto ex novo, ma pure avulso dalla realtà territoriale di aree caratterizzate da problemi che poco o nulla hanno a che vedere con il concetto tradizionale di bonifica idraulica, cioè: difesa dalle acque delle terre basse’.
Ma il problema nasce dal fatto che il Consorzio di bonifica ha un unico strumento per finanziarsi: il contributo che può essere imposto ad ogni bene immobile (fabbricato o terreno), che trae beneficio dall’attività del Consorzio stesso.
Dunque la questione è posta nei seguenti termini: quale beneficio trae l’immobile tassato dall’attività del Consorzio di bonifica?
Secondo la normativa regionale, la risposta è data dal Piano Comprensoriale di bonifica, strumento di pianificazione territoriale nel quale il Consorzio di bonifica dimostra quale parte del proprio Comprensorio trae giovamento dalla sua attività. Questo Piano, redatto – secondo la legge, – garantendo la dovuta informazione e partecipazione, viene poi approvato dalla Regione. Soltanto dopo questo passaggio, il Consorzio di bonifica può definire il Perimetro di Contribuenza, area che può anche non coincidere con l’intero territorio, limite all’interno del quale tutti gli immobili sono classificati e tassati in forza del ritenuto livello di beneficio.
Quando, nel 1984, furono definiti i Comprensori ed i relativi Consorzi, una piccola parte del n. 11 ‘Naviglio-Vacchelli’ fu sottratta al precedente bacino di bonifica del Consorzio Dugali, nel quale già quell’ente imponeva un contributo di bonifica. Tale parte è rimasta l’unica gravata da questa tassa sino ad ora.
Quanto oggi sta oggi accadendo nel Comprensorio n. 11 Naviglio-Vacchelli è il risultato del processo di ampliamento del precedente Perimetro di Contribuenza, il cui iter si è perfezionato l’anno scorso, e che ha inglobato tutto il Comprensorio, di circa 60000 ettari.

 

 

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