Cronaca

Rifiuti pericolosi nell'ex Macello, discarica scoperta con l'elicottero

Nella foto, l’area dall’alto e l’elicottero dei carabinieri

AGGIORNAMENTO – Emergono nuovi dettagli in merito al sequestro dell’area dell’ex Macello di Cremona, dove sono stati trovati rifiuti speciali pericolosi (leggi l’articolo). I sigilli sono scattati in seguito ad un servizio coordinato disposto dal comando provinciale dell’Arma di Cremona che ha visto la collaborazione del secondo nucleo elicotteristi dei carabinieri di Orio al Serio, impegnato a monitorare il territorio dall’alto. Il blitz all’interno della zona è poi stato effettuati dei militari del Noe di Brescia, diretti dal capitano Alessandro Placidi, assieme ai colleghi della stazione di Vescovato. Il sequestro, come già scritto, è stato attuato nei giorni scorsi. Riguarda, fanno sapere dal Noe, un’area complessivamente di 28mila metri quadrati del valore di circa 60 milioni di euro.

Il comandante Placidi e due militari del Noe

La misura cautelare si è resa necessaria in quanto nelll’area, di proprietà dell’Aem, è stata accertata, come evidenzia il Noe, la presenza di rifiuti speciali pericolosi, costituiti anche da diversi rifiuti da demolizioni, fresato d’asfalto e rottami ferrosi, dispersi in modo disomogeneo nell’ex Macello, privi di indicazioni e in stato di abbandono. In particolare, evidenziano dal Nucleo operativo ecologico, è stata rilevata anche la presenza di batterie usate, pannelli in fibrocemento sfaldati esposti all’aria e verosimilmente contenenti amianto, lattine di resina sversate nel terreno, bidoni di olio minerale percolanti nel suolo, “un serio pericolo alla luce dell’inquinamento ambientale”, sottolinea il Nucleo operativo ecologico, e per i lavoratori impiegati, per i quali gli inquirenti ritengono non siano state adottate sufficienti cautele in materia di salute e di sicurezza (in particolare legate all’esposizione al rischio amianto). Le indagini dei carabinieri proseguono per individuare i responsabili e per eseguire ulteriori accertamenti tecnici, al fine di valutare complessivamente i rischi per la salute pubblica, il danno ambientale e le possibili opere di bonifica da effettuare con la collaborazione dell’Arpa e dell’Asl di Cremona.

L’area era normalmente accessibile durante le ore diurne, in quanto qui lavorano i marmisti del Cimitero, in attesa di essere risistemati nella sede originaria del cavalcavia. Veniva però chiusa durante la notte. I pannelli in fibrocemento dovrebbero essere quelli a copertura degli edifici dell’ex Macello, in attesa di demolizione, mentre i contenitori di resina potrebbero essere quelli utilizzati per la sistemazione delle pavimentazioni di pregio sui corsi cittadini. La zona era di proprietà comunale fino ad un anno e mezzo fa, quando venne ceduta ad Aem Spa.

INTERROGAZIONE DI TORCHIO

Proprio in queste ore il consigliere provinciale Giuseppe Torchio ha predisposto un’interrogazione urgente a risposta orale. Viene chiesto alla Giunta Salini “quali siano le risultanze pervenute dai nostri uffici oltre che da Arpa, Asl ed altre realtà interessate a seguito del sequestro ad opera dei Noe dell’Arma dei Carabinieri e della stessa Procura a seguito di rilevamento aereo a mezzo di elicottero avvenuto nell’area ex Macello di Cremona, attigua a quartiere residenziale ad alta densità abitativa e della superficie di 28 mila metri quadrati nella quale risulterebbero ammassati rifiuti speciali e pericolosi”. Torchio chiede poi se la Giunta “non intenda provvedere ad una più approfondita analisi e mappatura dell’intero territorio provinciale anche attraverso un’azione interforze ed interistituzionale che non prescinda dall’impiego della stessa Polizia Provinciale che, pur con organico ridotto, secondo informazioni da verificare, pare proiettata soprattutto a triplicare le sanzioni stradali rispetto al bilancio 2008”. E, infine, scrive per conoscere “se il risultato kafkiano di questa vicenda, in base al contenuto della legge regionale vigente, sia quello di obbligare il Comune di Cremona ad intervenire con spese a carico dei contribuenti cremonesi e dei cittadini onesti quando non è chiaro se tale discarica non sia, invece, stata attivata da portatori di interessi privati e non già della Comunità cittadina, e quali iniziative al riguardo intenda promuovere per modificare una norma ingiusta che non aiuta gli amministratori locali a segnalare abusi”.

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