Cronaca

Bordo scrive a Obama: "Non si fidi di quanto raccontato da Renzi"

“Caro presidente Barack Obama”. E’ l’inizio di una lettera che Franco Bordo, deputato di Sinistra Italiana della provincia cremonese, ha inviato al presidente statunitense che ha dato il suo appoggio a Matteo Renzi. “In merito alla proposta di modifica della Costituzione Italiana che sarà sottoposta al vaglio del popolo italiano, forse Lei non sa che questa riforma, voluta dal premier Renzi, non abolisce il Senato, che di fatto continuerà a legiferare, tuttavia in modo più confuso e tortuoso. Quella che viene abolita è la sua elezione democratica diretta: il Senato farà la fine delle attuali Province italiane, che esistono sotto altro nome e sono chiamate a fornire servizi ai cittadini, utilizzano denaro pubblico ma non vengono più designate dai cittadini. Cosa direbbe il Suo popolo se fosse privato del diritto a eleggere i propri rappresentanti?”.

“Questa riforma, tramite il disposto di una legge elettorale palesemente incostituzionale e votata dai soli partiti di governo, consentirà a una maggioranza, gonfiata in modo esagerato, di scegliere il Presidente della Repubblica e di condizionare la composizione della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura, fondamentali organi di controllo e garanzia del nostro ordinamento. Cosa direbbe il Suo popolo se un governo proponesse di incrinare i sistemi di garanzia e controllo istituzionale a voi tanto cari, tra cui il bicameralismo perfetto vigente nel Suo Paese?”, prosegue il parlamentare di Sinistra Italiana.

“Questa riforma prevede che il governo, oltre che organo esecutivo, assuma anche il potere di “ordinare” al Parlamento le leggi che vuole e preferisce: questo è previsto infatti da una norma che possiamo definire “leggi del governo da approvare entro 70 giorni”. Cosa direbbe il Suo popolo se nel Suo Paese venisse meno la separazione dei poteri?”, aggiunge Bordo.

“Questa riforma, non so se casualmente o meno, recepisce le indicazioni che provengono dalla più importante banca d’affari americana, la JP Morgan, che ha consigliato, forse potremmo dire richiesto, ai governanti italiani di superare quei “problemi” contenuti nella nostra Costituzione con cui si prevede “la centralità del Parlamento, facendo sì che i governi risultino deboli”; “lo stato centrale è debole verso le regioni”; “i diritti dei lavoratori hanno un eccesso di tutela costituzionale”. Cosa direbbe il Suo popolo se un gruppo finanziario avanzasse la richiesta di modificare la Vostra Costituzione e, soprattutto, se questa venisse modificata sulla base di queste indicazioni?”, prosegue il deputato.

“Questi, caro Presidente, sono solo alcuni dei punti della proposta di modifica della nostra Costituzione che, se approvati, potrebbero portare a una destabilizzazione del sistema democratico italiano. Mi permetto di farLe una richiesta: non si fidi di quanto le ha raccontato il Premier Renzi, legga attentamente la proposta. Sono convinto che le mie preoccupazioni saranno da Lei condivise”, conclude Franco Bordo.

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