«Ancora aree commerciali? Ristorante? Si rileggano i proclami elettorali…»
Ho molte volte scritto di commercio e dell’economia di questa città, ma evidentemente mi sono sempre sbagliata. Ormai mi tocca accettare che la politica in quanto tale, bianca o rossa o verde, prescinde dal mio mondo e da quello delle migliaia di persone che ne fanno parte. Prescinde nel senso che proprio non lo considera neanche. Se fosse diversamente, in questi ultimi 30 anni a qualcuno sarebbe pur dovuto venire in mente di domandarsi come funziona il commercio, quali sono le dinamiche, le problematiche, la semplice quotidianità fatta di impegno e sacrifici personali sempre più onerosi rispetto al contesto fiscale e sociale nel quale avvengono.
Evidentemente la nostra identità di cittadini non conta. Non contano neanche i nostri voti. Il caso riqualificazione dell’area SCAC, che in modo geniale qualcuno sta pure cercando di far finire in..vacca solo perché è coinvolta la moglie di un assessore, è in realtà di enorme importanza per capire quanto grandi siano l’ottusità, la mancanza di visione, l’incompetenza dei nostri politici, che pensano allo sviluppo – pardon, agli introiti di oneri di urbanizzazione e affini – solo approntando progetti già visti, megalomani, che devastano suolo, rapporti economici e sociali, stili di vita, storia, prospettive di lavoro di una comunità intera. Siamo da troppo anni sottomessi al regno degli incompetenti. Quelli di oggi sono solo gli ultimi. Siamo umiliati e offesi da una classe politica e amministrativa che, sentendosi al riparo quasi in modo feudale da ogni tempesta, decide sulle teste di noi tutti, riproponendo soluzioni di mera speculazione immobiliare, senza progetti di reale sviluppo economico, senza visione, senza coraggio, senza futuro per la nostra gente. ANCORA aree commerciali? Ristorante? Ancora?? E per chi se la città invecchia e non attrae dai paesi vicini, a loro volta in sofferenza e in decremento demografico e anche già oberati da altri centri commerciali ossessivamente uguali e deprimenti?
Eppure continuano a spostare l’asse della città verso l’esterno invece che concentrare risorse e investitori verso le strutture edilizie, culturali e produttive della città in un piano generale del territorio che metta al centro i settori su cui costruire l’economia di zona nel futuro. Ma quando si parla di eccellenze locali lo si fa per dare aria alla bocca convinti che chi ascolta sia deficiente o ci credono davvero alle banalità che raccontano? Eh già, perché dopo i proclami elettorali ora siamo a poter valutare ciò che era fuffa e ciò che è divenuto realtà: si rileggano Sindaco e Assessori cosa scrissero nel programma elettorale a proposito di commercio. O non sapevano quello che dicevano o ci hanno letteralmente e intenzionalmente presi per il fondo schiena. Ma chi paga è tutta la città; non si tratta di essere contro lo sviluppo e il recupero di un’area dismessa, si tratta di vedere l’ennesima ripetizione di un clichè già sconfitto dalla storia, dove si fanno i soliti mega baracconi di metallo per inscatolare la gente e dove si specula, non si produce, non si crea, non si costruisce assolutamente nulla. Sono colpe politicamente gravissime e imperdonabili. Lo spieghino loro ai giovani che vorrebbero aprire bottega, o cercano un luogo dove essere ospitati per studiare a Cremona, o artigiani che cercano sedi per lavorare o locali che non ce la fanno più a competere perché sono in troppi per questo bacino di utenza e con 100 caffè non si fa giornata. E la politica continua a fantasticare di nuovi centri commerciali, nuovi locali pubblici, in un liberismo tossico che distrugge la necessaria prudenza con cui si inizia una attività, in un sistema che non tutela il credito, non chiede e non fornisce garanzie, ma immediatamente pretende il sangue da chi agisce e deve fare reddito congruo ogni giorno. La politica che ripete gli stessi errori è destinata a fallire e gli omuncoli che la popolano forse lo sanno, e prima di sparire scelgono tragicamente soprattutto di fare cose eclatanti , pateracchi, e possibilmente uscire di scena col botto dando la colpa a qualcun altro.
Trovo sciagurata questa politica, demagogica e sterile anche l’opposizione, perché è contro senza avere a coscienza della gravità della situazione, tanto è vero che non si vede nessuno a cercare di capire come funziona l’economia reale del terziario cremonese. Tutti a casa, mi vien voglia di dire. E anche in fretta. Dimenticavo, forse una speranza c’è- Che il Cremona Po, dall’alto del suo potere, non gradisca, allora chissà, ubi major….
Patrizia Signorini