Economia

Brescia, il Comune: 'Centropadane ha esaurito i suoi compiti, giusto vendere le azioni'

A Brescia si infervora il dibattito sul futuro di Centropadane, mentre a Cremona il tema non sembra occupare troppo l’agenda politica impegnata dalle prossime elezioni.

Come previsto, gli azionisti bresciani di Autostrade Centropadane stanno procedendo compatti sulla strada dell’alienazione delle rispettive quote e della modifica dello Statuto in modo da consentire ai soci privati di possedere oltre il 51 percento del capitale. Ieri , 10 marzo, il Consiglio comunale è stato il primo tra i tre enti pubblici bresciani a dare il via libera a nuovo statuto e vendita azioni. Un pacchetto corrispondente all’11% che consentirebbe di incassare poco meno di 10 milioni di euro. Un passaggio delicato, secondo una linea d’azione condivisa con Provincia, di segno politico opposto,  e Camera di Commercio bresciane le quali apprestano a deliberare. Sia Comune che Provincia avevano già provato a vendere le proprie quote negli anni passati, ma senza successo. Ora ci riprovano mettendo a gara oltre il 55% del capitale (le quote dei tre enti pubblici più quelle del socio privato Serenissima). «Con l’operazione su Centropadane – aveva dichiarato a Bresciaoggi.it l’assessore comunale  Paolo Panteghini – si viene a formare un nucleo composto da Provincia, Comune, Camera di Commercio che insieme a Serenissima raggiungono oltre il 55% e sono in grado di determinare le scelte». Preliminare al tentativo di alienazione – continua il quotidiano bresciano – è però la modifica dello statuto, che oggi stabilisce una quota pubblica minima del 51% e obbligherebbe a coinvolgere nell’operazione solo enti pubblici. Altri ritocchi sono previsti al Consiglio che passa da un minimo di 7 (anziché 9 componenti) a un massimo di 11, a cui è affiancato un Collegio sindacale di 5 componenti.

La stessa compattezza politica non si riscontra tra gli enti locali cremonesi. L’argomento sembra fuori dal dibattito pubblico. Di modifica statutaria a Centropadane non si sta parlando né in Comune né in Provincia né in Camera di Commercio. Sicuramente non è all’ordine del giorno della prossima Giunta comunale, ad esempio. Il rischio che il territorio cremonese perda ulteriormente di peso politico in un contesto da sempre dominato economicamente dai bresciani, è evidente e la riconferma di un presidente cremonese del Cda assolutamente improbabile. L’opzione più realistica, al di là dei nomi che sceglieranno Perri e Salini per il rinnovo delle cariche (previste dopo l’approvazione del bilancio, tra aprile e maggio) è che il ruolo di comando andrà agli azionisti privati. Infatti, nel caso andassero ancora deserti i bandi di vendita, la delibera bresciana prevede un cosiddetto “piano B”, un  patto parasociale in base al quale i quattro soci firmatari (enti locali e socio industriale Serenissima) possano  gestire “la società stessa in considerazione anche delle potenzialità economiche che la stessa possiede; regolare la governance della società, equilibrando complessivamente la rappresentatività dei partecipanti al patto; prevedere diritti di co-vendita in caso di cessione di quote possedute dai partecipanti al patto”. All’orizzonte, c’è la possibilità che il socio industriale Serenissima prenda  il controllo della società. L’altro socio privato, il Gruppo Gavio appoggiato dal presidente della provincia di Cremona Salini, potrebbe costituire un’alternativa.

Dal dibattito emerso in Comune a Brescia emerge che la maggioranza alla guida del Comune vuole dismettere la propria partecipazione azionaria in A21, ritenendo superato il ruolo svolto da Centropadane. Lo ha detto molto chiaramente  un esponente di maggioranza:  “Il futuro di questa città passa necessariamente per le alienazioni”, serve una “politica virtuosa di alienazioni. Anche la Provincia si rende conto di avere il fiato corto”. Il valore del pacchetto azionario bresciano ammonta  a circa  50-60 milioni di euro. “La mission di Centropadane è terminata – ha ancora detto il consigliere – ora non c’è più nulla da realizzare: ecco perchè, vendendo,  non ci sentiamo espropriati del ruolo di governo del territorio. Questa società ha svolto il suo ruolo istituzionale, realizzando molte opere pubbliche, adesso conclude il suo corso con grande onore”. Brescia ha una metropolitana da finanziare e la necessità di alleggerire le tasse: qui saranno orientati i proventi, eventuali, della vendita.

g.b.

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