Causa civile Fin, contromossa Il Comune chiede indietro 700mila € versati in eccesso
Non solo il Comune ritiene che nulla sia dovuto a Fin, ma l’ente vanta un credito di circa 700mila euro, per somme versate in eccesso al gestore delle piscine dal 1997 al 2005. E’ il succo della difesa presentata oggi dagli avvocati del Comune Enrico Cistriani ed Edoardo Boccalini, al giudice civile, nella causa promossa dalla Federazione italiana nuoto per il riconoscimento di circa 800mila euro di vecchi crediti, tesi contro cui l’ente si è costituito. Nella sostanza Fin sostiene che negli anni dal 2006 al 2013 il Comune abbia riconosciuto un contributo inferiore rispetto al contratto; la risposta del Comune ha ampliato lo spettro d’indagine andando indietro ai primi anni della gestione, evidenziando che in un arco di tempo di poco meno di 10 anni, erano stati versati a Fin contributi in eccesso.
E’ dal 1990 che la Federazione italiana nuoto gestisce le piscine comunali, attraverso varie convenzioni che si sono susseguite. Fin sostiene che i costi delle utenze – acqua, luce ed energia elettrica – dovessero essere integralmente rimborsati dal comune, una sorta di rimborso a pié di lista. 879.811 euro la cifra risultante per il periodo in questione, 2006-2013. Nella sua memoria il Comune rileva in primo luogo l’incongruenza temporale di quanto richiesto dal gestore, che in un passaggio afferma di aver ricevuto regolarmente i pagamenti fino al 2009, mentre poi fa risalire i crediti anche fino al 2006. La prima convenzione, valida per il periodo giugno 1997 – maggio 2003, prevedeva un rimborso da parte del Comune per le utenze nella cifra massima di 520 milioni di lire, oggi 268.500 euro. Il nuovo contratto (gennaio 2004 – dicembre 2014) specificava che il Comune si sarebbe fatto carico “degli oneri relativi ai consumi di acqua, luce, gas e teleriscaldamento come indicato dai relativi contatori fino alla concorrenza massima di euro 268.500 annui”, con l’ulteriore precisazione, inserita nel contratto a settembre 2006, che “sono a carico del concessionario gli oneri relativi ai consumi di acqua, luce e gas e teleriscaldamento, le spese per il personale e quelle di cui al precedente art. 5, le spese telefoniche, nonché la manutenzione ordinaria …” e veniva confermato che “l’amministrazione comunale provvederà a trasferire alla FIN un contributo annuale pari a euro 268.550,00 relativo ai consumi di acqua, luce, gas e teleriscaldamento..”. A dicembre 2008 veniva inserito un nuovo articolo a regolare i rapporti economici: non più un contributo fisso massimo del Comune, ma variabile, da decidersi all’inizio di ogni anno (per i successivi sei), “in sede di Bilancio di previsione del Comune di Cremona – sulla base delle spese di gestione dell’anno precedente….”.
Come si diceva, la contromossa del Comune è stata quella di andare più indietro negli anni. I crediti che il Comune afferma di avere nei confronti di Fin risalgono al periodo 1997 -2005, quando cioè l’ente si impegnava a rifondere le spese energetiche fino alla soglia massima di 268.500 euro. Ad esempio, nel 1997 il Comune impegnò la somma di 383.716 euro; l’anno successivo di 304.638; quello dopo ancora 288.000 euro e così via fino al 2005. Somme che alla fine arrivano a poco meno di 712mila euro, di cui adesso il Comune chiede la restituzione, nel caso il giudice accogliesse le ragioni di Fin per il periodo successivo.
Nella memoria gli avvocati del Comune rilevano anche come la Fin si sia disinteressata a ricercare un altro fornitore (ad esempio energia elettrica, mercato libero) che garantisse condizioni economiche più favorevoli, né avesse, fino al 2012, cercato di ricontrattare con il gestore del teleriscaldamento (Aem Cremona) condizioni migliorative. In quell’anno, il debito Fin nei confronti di Aem ammontava a 736.978 euro. Tutte prove, secondo il Comune, che veniva dato per scontato un contributo ‘a pié di lista’, in realtà mai sancito nelle convenzioni, da parte dell’ente locale.
Il giudice a fine udienza ha assegnato i termini per le memorie istruttorie al 30 novembre; il legale che oggi rappresentava la Fin, Paola de Micheli di Crema, ha chiesto uno spostamento al 30 settembre dei termini di decorrenza, “vista la copiosa documentazione fornita dal Comune”.
g.biagi