Lettere

'Non si può morire
di lavoro!': il 19 gennaio
sciopero in Lombardia

da Luca Bonali

Egregio direttore,

è notizia di queste ore quella dei tre operai milanesi, dipendenti della Lamina, morti a causa di esalazioni di gas.
I tre stavano lavorando in un forno quando la mancanza di ossigeno e l’ eccessiva concentrazione di azoto li ha portati a perdere i sensi. La domanda ora sorge spontanea, dal profondo del cuore avvolto da rabbia e disperazione: come si può, nel 2018 morire sul lavoro? come possono nel 2017 esserci stati 952 infortuni mortali sul posto di lavoro? come si può non parlare di strage talvolta voluta ed evitabile?

Molte di queste morti infatti sono dovute a mancato rispetto delle norme di sicurezza e mancato utilizzo dei dpi; vi faccio un esempio: sicuramente vi è capitato di vedere degli operai edili al lavoro su dei ponteggi, ecco ora ditemi se vi è mai capitato di vederne uno, probabilmente anziano, lavorare senza caschetto ed imbragatura di sicurezza; la risposta probabilmente sarà si, ed ecco un’altra persona a rischio di morte sul lavoro…

L’unione dei sindacati metalmeccanici lombardi ha indetto per venerdì 19/1 uno sciopero per chiedere di mettere un freno a queste morti, insensate, evitabili.

Personalmente penso che ci sarà da lottare per far capire i rischi effettivi che si corrono alle aziende ma anche e soprattutto ai lavoratori che troppo spesso non pensano alle possibili ripercussioni di una sbagliata o assente attuazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Finché anche solo una persona non tornerà a casa dopo il turno di lavoro non potremo definirci un paese sicuro per i lavoratori, ed è quindi necessario ora investire sulla sicurezza per cercare di azzerare quel numero che ad oggi tende a mille.

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