Cultura

Guardando al futuro con la nostalgia degli dei: il libro di Veneziani in biblioteca

Grazie all’Associazione “Scintilla” presieduta da Silvia Locatelli, è stata una  vera fortuna assistere alla presentazione dell’ultimo lavoro di Marcello Veneziani nella Sala della Biblioteca Statale: “Nostalgia degli dèi” (Marsilio Nodi, 18 euro). 

La sua è tutt’altro che un’offerta di neopaganesimo; tanto meno è una “nostalgia del bel tempo passato”, ma è un sereno e forte slancio verso il futuro, recuperando Dio, Patria e Famiglia, destino e tradizione, comunità, mito ed anima, cioè categorie esistenziali, che una serie di concause, dalla dittatura del pensiero unico, al relativismo etico-morale, dalla globalizzazione alla tecno-scienza, ha cancellato (più o meno) dall’Occidente.

L’eccezionalità del testo sta in una visione globale del “mondo”, come è avvenuto, in modo analogo, col “Tramonto dell’Occidente”  di Osvald Spengler (1922); questi a partire dal colpo di stato dei bolscevichi di Lenin nel 1917 ed ora Veneziani a partire dall’eclissi del sacro, dalla perdita del senso del limite, dalla “società liquida, dalla distruzione della famiglia naturale, con gli effetti sociali delle corrispondenti norme statali”.
Per Veneziani senza un fondamento (le categorie di cui sopra) che vada oltre la provvisorietà del tempo, sia  le singole persone come le comunità sono in balìa del caso, della confusione e dello scacco come nel caso del “Topo di Kafka”: corse in lungo, in largo finchè finì in una strettoia con davanti la trappola. Si arrestò; una zampetta gli battè sulla schiena, si girò: era il gatto. Gli disse:  ‘Puoi tornare indietro!’
Dopo la presentazione un bel dialogo con domande pertinenti da parte di Giovanni Palisto di Cremona1.
Giovanni Borsella

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