Cronaca

I ladri dell'ex Monopolio di nuovo a processo. Incastrati dall'impronta di una mano

I ladri che nel dicembre del 2015, dopo uno spettacolare inseguimento sulla Paullese, erano finiti in manette per il tentato furto ai danni di furgoni carichi di sigarette diretti al magazzino dell’ex Monopolio di Stato di Costa Sant’Abramo, sarebbero gli stessi autori di un furto aggravato messo a segno il 30 novembre di quello stesso anno all’interno del supermercato Famila di Pizzighettone. A permettere ai carabinieri di arrivare a loro erano state le analisi dei tabulati telefonici e l’impronta parziale di una mano rilevata dagli investigatori sulla porta di ingresso del supermercato. A processo per furto aggravato ci sono i due nomadi: Bebi e Diego Halilovic, residenti ad Asti. Nel dicembre del 2015 i due avevano patteggiato tre anni di reclusione ciascuno per il tentato furto all’ex Monopolio. Ora i due devono rispondere del furto aggravato commesso al Famila di Pizzighettone. Quel 30 novembre del 2015, all’orario di chiusura, tra mezzogiorno e le due del pomeriggio, gli imputati si sarebbero introdotti all’interno del market scardinando la porta di ingresso. E’ proprio qui che uno dei due, appoggiandosi, aveva lasciato la sua impronta. Una volta dentro, la loro attenzione si era concentrata sulle due cassaforti. Entrambe erano state scardinate e i ladri avevano portato via un bottino di mille euro. La sentenza, per loro, arriverà il prossimo 27 giugno.

Secondo i carabinieri, i due nomadi facevano parte di una banda dedita a furti e rapine di tabacchi. Un mese prima di derubare il Famila, i due imputati, un minorenne e un altro componente della banda identificato in seguito, erano a bordo del furgone che era stato protagonista del rocambolesco inseguimento sulla Paullese. Il loro mezzo era già sorvegliato dalle forze dell’ordine. Una decina di giorni prima, infatti, era stato segnalato nei pressi di una tabaccheria. Quando però gli occupanti avevano notato la pattuglia di carabinieri in borghese, si erano allontanati, e, complice la nebbia, erano riusciti a far perdere le tracce. Quello stesso furgone bianco era poi stato notato nei pressi dell’ex Monopolio di Stato di Costa San’Abramo. I carabinieri avevano imposto l’alt al conducente, che però non si era fermato. Immediato l’inseguimento, mentre un’altra pattuglia, sopraggiunta poco dopo, aveva cercato di bloccarli nell’area della concessionaria Bossoni mettendosi di traverso con l’auto. Il conducente aveva speronato il mezzo dei carabinieri, facendo testacoda e cercando di darsi alla fuga nell’altra direzione di marcia. Intanto  era sopraggiunta una pattuglia in borghese che gli aveva chiuso la strada. Il furgone aveva quindi centrato l’auto dei carabinieri, provocando gravi danni anche ad altre vetture parcheggiate. Gli occupanti non si erano arresi, tentando nuovamente la fuga, stavolta a piedi, uscendo dal portellone posteriore del furgone. Dei quattro a bordo, i due Halilovic erano stati fermati subito, il minorenne era stato bloccato dopo circa un chilometro. e il quarto, riuscito a scappare, era stato in seguito identificato e denunciato.

Si tratta di italiani sinti residenti nell’astigiano con un lunghissimo elenco di alias (circa una trentina di identità diverse a testa) e di precedenti penali di vario tipo, soprattutto per furti e rapine. Sul furgone erano presenti attrezzature da scasso. Il loro modus operandi era sempre lo stesso: esclusi i furti al Monopolio, solitamente sorvegliavano le mosse dei tabaccai, per cercare di derubarli durante il trasporto dei carichi. Nel processo per il furto al Famila, gli imputati sono difesi dall’avvocato Enrico Moggia.

Sara Pizzorni

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