Formigara, la Merla compie 50 anni. Dal 1970 ad oggi una tradizione mantenuta
Quest’anno ricorre un anniversario speciale a Formigara dove la tradizione dei canti della merla ha potuto rinascere. Nel ciclo dei riti propiziatori di inizio anno, il rito della merla costituiva una tappa fondamentale del rito contadino. Dopo aver tratto dal rito della ghirlanda i pronostici metereologici era necessario assicurarsi il buon andamento dell’annata agraria ed in particolare dell’allevamento del bestiame e del baco da seta fonte primaria di sostentamento. La buona riuscita del canto avrebbe determinato il valore propiziatorio se le soliste avessero cantato bene e se le fucilate fossero state potenti ci sarebbe stato un raccolto abbondante, viceversa auspici sfavorevoli. L’usanza del cantare la merla si era persa alla fine degli anni ‘30 in alcuni paesi, in altri invece a causa del coprifuoco instaurato durante la seconda Guerra Mondiale. Nel primo dopoguerra lo spopolamento delle compagne causò la perdita progressiva dello stretto rapporto tra l’uomo e la natura, fattori che contribuirono all’abbandono del rito. Fortunatamente a Formigara sulla riva dell’Adda un gruppo di giovani guidati da Vittorio Fodri, sotto l’impulso del revival del folklore, operò delle ricerche intervistando e registrando gli anziani del paese sul rituale della merla, il materiale raccolto permise di riproporre il rito a tutta la popolazione.
Dal’70 il rito recuperato e riproposto è sempre stato mantenuto, per cinquant’anni a Formigara si è continuato a cantare e “bruciare la vecchia” ininterrottamente sempre il 30 e 31 gennaio ed il primo febbraio. L’origine dei giorni del canto della merla è da rifarsi all’antica leggenda, anticamente si cantava 29, 30 e 31 gennaio a dopo la ripresa del detto “dù tei dò e ùn tel prumetarò” si scelse di cantare dal 30 al primo. Si cantava a 3 cori: un gruppo era sulla sagrato della chiesa, un altro sul secondo piccolo colle chiamata “costa dei capelin” dove nel medioevo era arroccato il castello dei Trivulzio ed un altro ancora in un’aia nominata “l’era dei pe bianc” e cosi i 3 cori dai punti più alti del paese cantavano e si rispondevano di strofa in strofa.
Da qualche anno ormai i gruppi cantano uniti sul sagrato della chiesa anche per permettere al pubblico di raccogliersi in un unico punto.
A Formigara non si fanno prove né si indossano costumi perchè tutti possono cantare senza preoccuparsi di essere stonati o senza costumi folkloristici, chiunque si senta e abbia voglia di sfogarsi nel canto è ben accetto. Questo spirito ha permesso anche a molti giovani e bambini di avvicinarsi alla merla negli ultimi anni vi è un nutrito gruppo di giovani cantori simbolo che la tradizione continuerà perchè da qui è rinata. L’invito per tutti coloro che volessero prendere parte a questo momento della tradizione contadina, di festa e di celebrazione è aperto e l’appuntamento è per le ore 21 dei giorni 30-31 gennaio e 1 febbraio ,serata conclusiva in cui è tradizione accendere il rogo bere del buon vin brulè con le castagne.