Cronaca

Sospese tutte le messe Non era mai successo, neppure sotto le bombe

La sospensione delle celebrazioni pubbliche dell’Eucarestia a Cremona e in alcuni paesi della diocesi è un fatto storico. La sospensione è avvenuta per motivi cautelari dopo che già nei giorni scorsi i presbiteri erano stati invitati ad evitare lo scambio del segno della pace e a svuotare le acquesantiere. Mai era successo che in diocesi le messe fossero sospese, neppure durante l’ultima guerra mondiale quando la città era sotto le bombe. Altri tempi, altre cognizioni scientifiche, altre sensibilità ma neppure durante l’epidemia di febbre spagnola di un secolo fa  la più terribile delle pandemie di influenza, la Spagnola, che all’inizio del 1918 fece la sua comparsa provocando milioni di morti nel mondo: tra il 1918 e il 1920 sterminò tra 25 e 50 milioni di persone, dopo averne contagiate circa un miliardo.

Si stima che in Italia il morbo colpì oltre 4 milioni e mezzo di persone, uccidendone tra le 375mila e le 650mila. Un numero impressionante, se si considera che all’epoca la popolazione italiana era composta da 36 milioni di cittadini. A Cremona, secondo il giornalista Mario Levi, sarebbero morte 1621 persone ma, per il silenzio che per mesi circondò la misteriosa malattia, potrebbero essere state molte di più. Ne resta la testimonianza di un prete di campagna, don Gioachino Bonvini, parroco di Ognissanti che nel suo diario racconta che essendo le canterine malati e il maestro d’organo malato, per Sant’Omobono racconta: “Venute le 10 vado fuori con la messa, 7 o 8 donne soltanto. Cosa doveva fare? Ho dovuto dir messa bassa”.

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